Periodicamente ci troviamo a dover scrivere di taluni piccoli politici locali, dopo che nella nostra lunga carriera giornalistica abbiamo avuto la fortuna di scrivere e di intervistare politici di caratura nazionale ed internazionale. Quest’oggi siamo costretti a tornare a scrivere di tal Maurizio Spezzano da Labico, lo stesso che alcuni anni fa quando dirigevamo il portale lanotiziah24.com fu protagonista di una vicenda tra l’assurdo ed il paradossale. Come consigliere di opposizione organizzò un’imboscata di un deputato del M5S in aula consigliare durante una seduta andando contro ogni regolamento. Questo esempio per farvi capire che nonostante i trascorsi in liste chiamate Legalità e Trasparenza è stato sempre il primo a non rispettare le regole, per non parlare dei toni minacciosi e delle parolacce (in più occasioni venne definito “professor parolaccia”) che lo hanno sempre contraddistinto e che hanno portato il livello della politica locale labicana sotto terra.
Venendo alle ultime ore Spezzano, rispondendo alla richiesta di un nostro collaboratore, ci ha inviato una mail per replicare all’articolo che lo stesso aveva pubblicato nei giorni scorsi e nel quale era descritto come si era arrivati all’atto del Prefetto di Roma che ha portato alla sua “cacciata” da consigliere comunale. Un atto dovuto che ha inguaiato anche il sindaco Giovannoli che cercando di fargli fare un passo indietro dalle sue dimissioni ha compiuto un atto illegale (come vedete il concetto di illegalità quando si parla di queste persone torna sempre di attualità) che poi è stato costretto a “rimangiarsi” dopo l’intervento del Prefetto.
Lo stesso Spezzano come potete leggere di seguito nel testo della sua mail ammette l’errore compiuto ma, invece, di chiedere scusa in primis al sindaco ed ai cittadini e quindi lasciare la politica labicana una volta per tutte, fa un triplo salto mortale ed accetta di tornare a fare l’assessore esterno, forse perché diverse centinaia di euro al mese in più gli fanno comodo e come.
Inoltre, sempre Spezzano ancora una volta dimostra di non conoscere le regole base della comunicazione e nella sua mail che ci ha inviato attacca in maniera sconsiderata dei politici locali, dei giornalisti e dei cittadini facendo finta di non sapere (ma forse non lo sa veramente) che la replica di articoli si chiede alla testata che li ha pubblicati e non alle altre. Noi non permetteremo mai a nessuno di utilizzare le nostre testate per offendere altri colleghi, politici o gente comune e per farsi campagna elettorale e per questo motivo il pezzo in questione nel suo testo lo abbiamo.
Tutto questo per correttezza professionale e per il rispetto dei nostri lettori
Il direttore Giancarlo Flavi
La replica di Spezzano
Gentile Direttore, Rispondo alla sua sollecitazione molto volentieri, perché mi dà la possibilità di fare chiarezza sulle dimissioni, ma soprattutto su tutti “i romanzi” scritti e inventati su una vicenda che rientra nella normale dialettica all’interno di un gruppo, ma soprattutto che interessa la sfera personale dei soggetti interessati, seppure investiti di carica pubblica.
Faccio un breve passo indietro. Nel 2017 sono stato uno dei promotori, insieme al sindaco Giovannoli, della nascita della lista unitaria “Labico Bene Comune”, risultata vincitrice nella tornata elettorale, con un numero di voti triplo rispetto a quella che era espressione della fallimentare lista Galli. Un risultato storico, frutto del lavoro fatto fino ad allora e del disastro politico che quella amministrazione era stata. Un atto dovuto, considerato che le contrapposizioni erano praticamente nulle, mettersi insieme e lottare per cambiare Labico, governato come un sultanato per più di quarant’anni sempre dalle stesse persone, oltretutto inconcludenti sotto ogni aspetto, distintisi solo e soltanto per il massacro continuo del territorio e dell’ambiente, del bilancio comunale, ferite che ci trascineremo dietro nel tempo e che necessitano di anni prima di essere risolti.
Nata la lista unitaria, avevo chiesto a Danilo Giovannoli di non essere candidato, avendo concluso la mia esperienza dopo 10 anni di opposizione dura ma leale, fatta sulle questioni vere e non sulle bazzecole o sulle denunce come invece sta succedendo a noi oggi. Ebbene, Danilo mi ha chiesto di essere presente in lista, reputando la mia candidatura e la mia esperienza un valore per tutta la lista. Obtorto collo, ho accettato, spinto anche dal resto dei componenti delle due anime che si erano ritrovate, se non altro per dare continuità a una azione amministrativa basata sul rispetto dei cittadini e sul ripristino della fiducia verso le istituzioni, mortificate dalle passate maggioranze.
Una volta eletto mi sono messo a disposizione della comunità, continuando il cammino amministrativo con serietà e anche con successo. Basta vedere a tutto ciò che il mio assessorato ha prodotto (il finanziamento dell’isola ecologia edella compostiera di comunità, della videosorveglianza, dell’antincendio nelle scuole, nella nascita di Minerva, nel miglioramento del servizio sfalci e raccolta ingombranti, nell’adesione alla piattaforma Junker, nell’igiene pubblica, nel rispetto dell’ambiente in genere, nei lavoro di decoro, nel ripristino della legalità edilizia, nel lavoro per chiudere una parte delle lottizzazioni mai passate al comune, nella bonifica dall’eternit dell’impianto di un intero capannone, nel finanziamento per la revisione dello strumento urbanistico, nell’acquisto di un sistema per la tariffa puntuale della TARI, ecc.). Tutte cose fatte in parsimonia, molte in economia (pagate di tasca propria e con l’ausilio dei volontari), e che producono e produrranno benefici misurabili nella quotidianità e nel futuro.
Arriviamo all’oggi. Dall’inizio dell’anno, ma forse anche un po’ prima, ho manifestato al mio sindaco e alla mia maggioranza l’intenzione di dimettermi o per lo meno ridurre i miei impegni amministrativi per due ragioni: primo, reputavo conclusa la mia esperienza amministrativa perché era mia intenzione dedicarmi nuovamente alla scuola a tempo pieno; due, volevo favorire il ricambio generazionale con l’ingresso del primo dei non eletti, Paolo Galli, giovane avvocato e brillante intelligenza. Voglio ricordare che gran parte dell’impegno mio, ma anche degli altri componenti la maggioranza, era ed è destinato alla individuazione di finanziamenti per cercare di portare a termine parte dei lavori che avevamo programmato, ma che le ristrettezze in cui versa il nostro comune ha inesorabilmente ritardato. Quindi, è risultato e risulta difficile far quadrare l’idea con l’azione, cioè,arrivare al risultatoe far quadrare i conti. Va da sé che in qualche occasione ho discusso con una certa animosità con i dirigenti, frutto del mio carattere spigoloso che non tollera le mezze misure o i rimpalli di responsabilità. Tutto questo, però,sempre nell’ambito della dialettica amministrativa, come credo sia comune in tutte le amministrazioni che vogliono fare bene e subito, piuttosto che cullarsi nel nulla, come invece succedeva nel passato!
Nel frattempo, con l’arrivo del maledetto virus, ma soprattutto per senso di responsabilità verso i miei amici amministratori e i cittadini, ho congelato la richiesta di ridimensionamento e mi sono rimesso a disposizione della cittadinanza e dell’amministrazione, rendendomi utile nel momento più acuto dell’epidemia: non era il caso di creare ulteriore caos in un momento così delicato per tutti e lasciare i miei compagni di lotta da soli.
Passata la prima ondata emergenziale, tra luglio e settembre, sono ritornato alla carica, chiedendo di avere una riduzione di deleghe o almeno dimettermi da consigliere comunale, in modo da sgravarmi parte degli impegni, anche in previsione di ciò che sarebbe successo con il lavoro scolastico, prevedendo un intero anno in didattica digitale integrata (che, per chi non è avvezzo ai fatti di scuola, non può capire cosa significa e il tempo che serve, se si vuole fare bene il proprio lavoro!). Pertanto, alla resistenza della maggioranza ho agito in malo modo, come è costume dei passionali, di impulso. Ho presentato le dimissioni da consigliere e contestualmente da assessore, perché mi sembrava logico farlo nella stessa missiva inviata per mail, contravvenendo alla prassi, che impone le dimissioni in presenza e con firma autografa. Tale mia procedura errata, ha tratto in inganno la buonafede dello stesso sindaco. Pertanto, il mio errore ha indotto anche il sindaco all’errore, respingendo le dimissioni per vizio di forma. In realtà, anche se la legge dice altro, il Prefetto ha chiesto lumi al sindaco, che sono stati puntualmente forniti, come è normale nel rispetto dei ruoli. Da qui la decadenza da consigliere.
Questi i fatti. Non c’è da ricamare sopra un bel nulla…… (omissis) Oggi il sindaco ha preso atto della mia decadenza di consigliere comunale, chiedendomi la disponibilità, però, di continuare nell’opera di assessore edi portare a termine il lavoro fin qui fatto, in considerazione anche dell’alleggerimento del carico di lavoro consigliare a vantaggio di Paolo Galli. Ho accettato, anche perché la fiducia tra di noi non è mai venuta meno. Ci tengo a precisare che in questi tre anni e mezzo non ho mai avuto contrasti con consiglieri e assessori, mai una volta una divergenza sull’azione amministrativa, perché oltre alla compattezza politico amministrativa del gruppo di maggioranza, c’è un rapporto di amicizia, di stima e di rispetto che credo mai ci sia stata a Labico nelle varie compagini.
Per cui, ringrazio il sindaco per l’immutata stima, assessori e consiglieri per l’incoraggiamento, gli uffici per l’aiuto quotidiano, ma soprattutto gli amici, gli elettori e i tanti cittadini che mi si sono stretti intorno, chiedendomi di non retrocedere e non mollare, bensì continuare nell’opera di moralizzazione che abbiamo intrapreso. Il lavoro continua nell’interesse della cittadinanza, come abbiamo fatto fino ad oggi. C’è molto da portare a termine, molto da fare, molto da migliorare. Dobbiamo chiudere progetti importanti che ci ha visti in prima linea.
Maurizio Spezzano, assessore
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