“Chi legge impara a capire cosa c’è dietro le parole e a utilizzarle in modo gentile, non per distruggere ma per costruire”
Il 17 novembre si è svolta a Palestrina l’inaugurazione del progetto “Biblioteche aperte”, presso la Biblioteca Fantoniana, progetto che è giunto ormai alla sua settima edizione. Un evento importante per ricordare quanto sia fondamentale ed essenziale la lettura, soprattutto nell’esperienza di formazione dei più giovani.
Il progetto attraverso le parole della professoressa Amelia Ciadamidaro
Nello specifico, in che cosa consiste “Biblioteche aperte”? Ne abbiamo parlato con la professoressa Amelia Ciadamidaro, docente presso l’IIS Eliano-Luzzatti di Palestrina e referente del progetto Biblioteche Aperte. Abbiamo chiesto alla professoressa di raccontarci qualcosa di più su questa importante iniziativa.
“Biblioteche aperte è un progetto interdipartimentale d’istituto che è arrivato ormai alla settima edizione ed è una realtà consolidata all’interno della nostra scuola. Cammina con le sue gambe, tanto che siamo felici di poter dire che siamo conosciuti anche nel circondario e che gli enti, le associazioni, gli esperti di settore hanno cominciato già da un po’ a contattarci per proporci iniziative, alle quali, se possibile, partecipiamo davvero volentieri.
Le attività di “Biblioteche aperte” sono volte a consolidare le quattro abilità di base (lettura, scrittura, parlato e ascolto), con particolare attenzione alla lettura e alla scrittura, e a mettere in contatto i ragazzi con i professionisti del mondo del libro e dell’editoria.
Il progetto nasce 7 anni fa all’indomani della partecipazione della nostra scuola a un bando ministeriale per l’adeguamento e l’implementazione delle dotazioni digitali all’interno delle biblioteche scolastiche; con i proff. Alessandro D’Achille e Sergio Vitale la volontà era quella di far sì che le due biblioteche del plesso Eliano e del plesso Luzzatti diventassero veri e propri centri culturali aperti alla comunità, flessibili e partecipati. Volevamo, cioè, che la scuola entrasse nel territorio e che, viceversa, il territorio cooperasse alla formazione generale, come individui e come cittadini, dei nostri studenti. Abbiamo perciò pensato di mettere in piedi un progetto molto più ampio di quello allestito dal Ministero e possiamo dire, dati alla mano, di esserci riusciti. Negli anni il gruppo di lavoro è cresciuto e adesso sono più di 30 docenti di tutte le aree disciplinari a prendere parte attivamente all’evoluzione di questa realtà bella e viva del nostro istituto.
Il 17 novembre scorso abbiamo ripreso le attività in presenza, dopo un anno e mezzo che anche per la nostra scuola, come per tutti, è stato estremamente difficile. Ciononostante, “Biblioteche Aperte” in quest’anno e mezzo non si è fermato perché era fortissima in noi la volontà di dare un riferimento ai ragazzi, di costituire un presidio culturale in un momento in cui le loro e anche le nostre certezze si andavano sgretolando. Pertanto abbiamo portato avanti le nostre attività online, all’interno di una realtà virtuale e parallela che ci ha permesso di continuare a rimanere in contatto intercettando ancora più studenti e docenti, e che ci ha dato modo di confrontarci e di condividere paure e speranze. Un ulteriore e fortissimo impulso, peraltro, è stato dato al progetto dalla DS Rina Montanarella che, pur essendo arrivata durante il picco dell’emergenza pandemica, sin da subito ha creduto nelle nostre iniziative, si è fidata di noi offrendoci tutte le forme di sostegno e di supporto materiale e immateriale di cui disponeva”.
L’importanza della lettura nel periodo di formazione
Tra Netflix e videogiochi sembra quasi che i ragazzi di oggi non coltivino più nessun interesse per la lettura. Quanto è importante leggere, soprattutto da giovani? Ancora una volta, le parole della professoressa Ciadamidaro:
“Fuori da ogni luogo comune e da ogni frase fatta, sono fermamente convinta che leggere ci aiuti a imparare a vivere, a stare meglio al mondo. Con la lettura ci si ferma un istante, si dedica del tempo a sé stessi in una realtà in cui si corre troppo veloce e si tengono dei ritmi ormai insostenibili. Oggigiorno da più parti tirano venti contrari che vorrebbero portarci a credere che le discipline umanistiche, e la letteratura tra le altre, siano prodotti “assolutamente inutili” in quanto sembrerebbero non contribuire in alcun modo al progresso della società. Aggiungeva, però, Eugenio Montale che non sono quasi mai nocivi, e questo è uno dei loro titoli di nobiltà.
Chi legge entra in dialogo con se stesso, impara a conoscersi meglio, ad accettarsi e a perdonarsi per le proprie piccole miserie, per le proprie fragilità, valorizzandole. Chi legge inizia anche un percorso di conoscenza dell’altro, ne apprezza le affinità e la diversità, che diventa così una risorsa, non più una minaccia. Chi legge, come sosteneva Eco, vive mille vite prima di morire e visita posti fantastici.
Chi legge impara a capire cosa c’è dietro le parole e a utilizzarle in modo gentile, non per distruggere ma per costruire.
Chi legge tenta, in un continuo e fecondo scambio, di dare una risposta a quegli interrogativi universali che, dalla notte dei tempi, l’uomo si è posto. E seppure queste risposte non dovessero arrivare in maniera univoca e definitiva, come dalla notte dei tempi accade, saprà di aver fatto un bel viaggio in ottima compagnia”.
All’inaugurazione della settima edizione di Biblioteche Aperte era presente anche l’associazione Trecentosessanta gradi. Ecco le parole del Presidente dell’associazione Matteo Pellegrini, che è anche un ex studente dell’IIS Eliano-Luzzatti:
“Ringraziamo l’istituto Eliano-Luzzatti, per qualcuno di noi che ha visto nascere questo progetto e vedere l’evoluzione e l’importanza che sta avendo anno dopo anno è sinonimo di orgoglio. Credere nella cultura, nell’importanza che hanno i libri e le parole che essi contengono per farci riflettere e superare momenti difficili è l’orgoglio di una scuola”.
Articolo a cura di Esmeralda Moretti
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