Carpineto, un anno dopo le elezioni: l’intervista al sindaco Stefano Cacciotti

Stefano Cacciotti Carpineto intervista

Un anno dopo, il sindaco di Carpineto Romano Stefano Cacciotti chiude i primi dodici mesi di mandato amministrativo: una lunga intervista per fare il bilancio e pensare al futuro.

Innanzitutto, signor sindaco, qual è il suo stato d’animo ad un anno dalla vittoria?

«Sono felice perché sto vivendo un’esperienza dal valore umano immenso. L’impegno è molto grande, direi quasi totalizzante, ma lo porto avanti con spirito di servizio e umiltà. Avere la possibilità di contribuire alla crescita e allo sviluppo delproprio paese con azioni concrete e poter rispondere ai bisogni e alle esigenzedelle persone, ripaga di ogni sacrificio».

Intervista a Stefano Cacciotti, sindaco di Carpineto Romano

Sindaco, come è andato questo primo anno e quale è stato il risultato migliore?

«Il primo anno è stato sicuramente molto intenso e tutt’altro che semplice. Appena insediati ci siamo trovati senza la metà dei dipendenti comunali andati in pensione con la “quota 100”, senza segretario comunale e senza i responsabili di alcuni uffici fondamentali. Così, contestualmente alle tante attività necessarie per far ripartire in fretta la macchina amministrativa dopo le elezioni comunali, ci siamo dovuti quindi anche preoccupare di ristrutturare la pianta organica del Comune programmando 4 nuove assunzioni in breve tempo e ripensando l’organizzazione degli uffici e del personale attraverso una modifica all’organigramma.  Appena poi il motore della macchina amministrativa ha cominciato a funzionare a pieno ritmo, l’arrivo di un’emergenza sanitaria senza precedenti ci ha messi in ginocchio: nove contagiati, un decesso e una pesante crisi socio-economica con la quale temo che dovremo fare i conti ancora a lungo».

«Di risultati gratificanti in questo primo anno fortunatamente ce ne sono stati molti, ma quello più significativo è sicuramente quello ottenuto con la Casa di Riposo Leone XIII: una struttura che al momento del nostro insediamento era praticamente destinata alla chiusura ma nella quale oggi, grazie al nostro impegno, è in corso un investimento privato di 2 milioni di € per la riqualificazione e messa in sicurezza dello stabile. Un risultato che ci consentirà inoltre di ampliare il numero dei posti letto, di salvaguardare i livelli occupazionali e la funzione sociale della struttura che potrà continuare ad ospitare anziani e di ottenere in comodato d’uso la Scuola di Santa Maria, un pezzo di storia carpinetana che riapre a distanza di tre anni dalla chiusura».

Il primo cittadino e il lavoro in Comune

Quale è stato, invece, il rammarico più grande?

«Senza dubbio il decesso per Covid-19 di una nostra concittadina. Un evento drammatico che mi ha lasciato il segno».

Quante ore passa in Comune?

«Tantissime, gran parte del mio tempo durante la settimana lo passo dentro al Comune nonostante non abbia preso l’aspettativa da lavoro per carica elettiva. Poi, oltre alle ore passate dentro al Comune, ci sono quelle che mi impegnano fuori e comunque legate alla carica che ricopro: la partecipazione ad attività, eventi, incontri, convegni e iniziative che solitamente sono concentrate nel weekend. I primi sei mesi passavo dentro al Comune anche fino a 15/16 ore al giorno, ora i ritmi sono meno schizofrenici e inizio la mattina presto per terminare nel tardo pomeriggio. Poi capita almeno una volta a settimana che ci sia qualche riunione o incontro e succede, come ieri ad esempio, che esca dal Comune a mezzanotte. Un ringraziamento lo devo a mia moglie che nonostante si sacrifichi molto tra lavoro e famiglia, non mi fa mai mancare il suo sostegno. Questo è un aspetto molto importante».

Lei è un sindaco molto social.

«La comunicazione politica è stata sempre legata alle piazze fino all’avvento della tecnologia e in particolare dei social network che l’hanno totalmente rivoluzionata. Ad oggi l’88% della popolazione mondiale usa i social network e questo è un dato di fatto che, piaccia o no, va tenuto in considerazione da chi fa politica.I social network sono indubbiamente utili: durante il lockdown ad esempio sono stati praticamente l’unico modo per poter comunicare e interagire con i cittadini rinchiusi in casa. Poi ovviamente non ne va fatto un uso distorto: io li utilizzo solo per le comunicazioni istituzionali e cerco sempre di utilizzare un linguaggio moderato che non alimenti contrapposizioni, polemiche o divisioni tra fazioni. Ad ogni modo è importante non perdere mai di vista la realtà “reale” e continuare a confrontarsi in modo diretto e senza filtri con i cittadini: io ad esempio non rinuncio mai ai miei caffè mattutini al bar, alla passeggiata per strada o, specialmente durante l’estate, all’aperitivo pomeridiano; non mi sottraggo mai a messaggi, telefonate o richieste di appuntamenti».

Carpineto Romano proiettato nel futuro

Come sono i rapporti all’interno della Giunta?

«Ottimi, si lavora molto bene. C’è un bellissimo clima di collaborazione e una grande sinergia sia tra assessori che tra assessori e consiglieri. Sono orgoglioso di tutti loro perché lavorano sodo e senza mai perdere l’entusiasmo».

Tre cose che vorrebbe fare nel secondo anno di mandato?

«Iniziare la raccolta differenziata, risolvere il problema dei bovini vaganti e iniziare i lavori di messa in sicurezza del dissesto idrogeologico di Cima di Prato con i 250.000 € di contributi ottenuti».

La sfida più importante che attende adesso?

«I lavori di demolizione e ricostruzione dei plessi scolastici. In questo anno abbiamo lavorato senza sosta a un progetto che prevedesse la ricostruzione di plesso unico invece che la ricostruzione identica dei due esistenti come inizialmente previsto. La vera sfida in questi casi sta nel terminare i lavori nel più breve tempo possibile e consegnare ai nostri bambini una scuola sostenibile e tecnologicamente all’avanguardia».

Come immagina il Carpineto Romano del 2030?

«Una città interamente sostenibile e accessibile. Una città che possa contare quindi su un ciclo dei rifiuti virtuoso, che abbia investito sulle energie rinnovabili e sulla mobilità sostenibile, che abbia abbattuto le barriere architettoniche esistenti e che sia stata in grado finalmente di valorizzare la sua montagna e il suo centro storico».

MANUEL MANCINI

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