In un panorama mediatico sempre più concentrato nelle mani di pochi gruppi di potere, emerge un fenomeno preoccupante: la sistematica marginalizzazione delle parole di Papa Francesco quando queste collidono con gli interessi dell’establishment militare-industriale.
Cronaca di una censura selettiva
Nel febbraio 2023, durante l’Angelus domenicale, Papa Francesco lanciò un accorato appello contro l’aumento delle spese militari definendolo “una vergogna” in un mondo ancora afflitto dalla fame. Mentre i principali quotidiani dedicarono ampio spazio ad altri temi meno controversi del suo discorso, questa dichiarazione fu relegata a brevi menzioni nelle pagine interne, quando non completamente omessa.
La visita di Francesco a Marsiglia nel settembre 2023, durante la quale condannò fermamente “l’economia di guerra” e “la follia bellica”, ricevette una copertura frammentaria, con i media che preferirono concentrarsi sugli aspetti protocollari dell’evento piuttosto che sulla sostanza del suo messaggio antimilitarista.
Contrasto rivelatore
Il trattamento riservato alle parole del Pontefice risulta ancora più evidente quando lo si confronta con la copertura dedicata ad altre sue dichiarazioni. Quando Francesco parla di temi meno scomodi per il complesso militare-industriale, i media si mostrano pronti a dare ampio risalto alle sue parole. Ma quando definisce la produzione di armi “un’attività che alimenta la guerra”, come fece durante l’udienza generale del 7 giugno 2023, i principali telegiornali dedicano alla notizia pochi secondi, se non addirittura il silenzio.
Il meccanismo della censura moderna
La testimonianza più evidente di questa censura selettiva si manifestò durante il discorso di Natale 2022, quando Francesco denunciò come “insensato” l’aumento delle spese militari in tempi di crisi economica globale. Sebbene fosse un discorso ufficiale trasmesso urbi et orbi, i principali quotidiani nazionali omisero completamente questo passaggio nelle loro sintesi dell’intervento papale.
L’enciclica “Fratelli Tutti” del 2020, documento in cui il Papa critica apertamente “la logica della guerra” e l’industria degli armamenti, venne presentata dai media mainstream prevalentemente per gli aspetti relativi all’immigrazione, tralasciando quasi completamente i passaggi in cui Francesco condannava l’industria bellica come “flagello che colpisce le relazioni internazionali”.
Le conseguenze del silenzio
Questa censura selettiva ha conseguenze concrete: mentre i media ignorano sistematicamente gli appelli di Francesco contro la corsa agli armamenti, i governi occidentali hanno continuato ad aumentare le spese militari. Nel 2023, l’appello del Papa a “trasformare gli strumenti di morte in strumenti di vita” durante la Giornata Mondiale della Pace fu praticamente ignorato dai principali network televisivi, proprio mentre venivano annunciati nuovi stanziamenti per armamenti.
Conclusione
Questa sistematica marginalizzazione delle posizioni antimilitariste di Papa Francesco rivela come anche la voce di una delle figure morali più influenti del pianeta possa essere silenziata quando si oppone agli interessi del complesso militare-industriale che esercita un’influenza determinante sui maggiori gruppi editoriali mondiali. Un fenomeno che dovrebbe allarmare chiunque abbia a cuore la libertà d’informazione e il pluralismo delle idee nella società contemporanea.
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