“La pensione la vogliamo da vivi”. Si preparano le manifestazioni davanti alle Prefetture

La pensione la vogliamo da vivi. Con questa slogan moltissimi lavoratori esprimono le loro perplessità contro la Legge Fornero, contro i licenziamenti, per la garanzia di pensioni redistribuite equamente e per il lavoro ai giovani. Per queste fortissime motivazioni molti lavoratori si ritroveranno davanti alla Prefettura di Latina e contemporaneamente in altre Prefetture d’Italia sabato 18 settembre 2021 dalle ore 9.00 alle ore 13.00 per ribadire con forza: VOGLIAMO LA PENSIONE A 62 ANNI O CON 41 ANNI DI CONTRIBUTI.

Studenti, lavoratori di Torino, Milano, Venezia, Alessandria, Perugia, Firenze, Roma, Latina, Sassari, Bari, Catanzaro e Palermo effettueranno questo sit-in davanti alle rispettive Prefetture per sensibilizzare l’opinione pubblica, i ragazzi, gli studenti, i lavoratori ad affrontare una battaglia politica mirata a sensibilizzare il governo sul tema del lavoro e per il futuro dei giovani, attivando proposte concrete per farli uscire dal precariato e garantire loro attraverso contratti stabili l’opportunità di avere adeguati servizi sociali, economici ed ambientali, che migliorano sensibilmente la qualità della vita dei lavoratori.

“Le persone andranno in pensione sempre con l’età più avanzata, e con gli importi sempre più bassi – sostengono i promotori di questo evento – Come sarà possibile avere garantiti adeguati servizi sociali essenziali se si continua con questa politica dei tagli? Come potrà un pensionato avere una dignitosa vecchiaia senza adeguata protezione sanitaria e sociale, a fronte di servizi privatizzati a costi elevati, con gli importi delle pensioni sempre più bassi? È forte la nostra preoccupazione soprattutto per il futuro, dove in una prospettiva di vita più lunga come sarà possibile per il pensionato/a convivere con sempre più costi per l’individuo a discapito di servizi che inevitabilmente saranno sempre più scadenti? A discapito di una coesione sociale fondamentale per la tranquillità delle famiglie, dei nostri figli e soprattutto dei nostri nipoti”.

“Per queste ragioni, chiediamo la pensione a 62 anni (con vent’anni di contributi versati) o con 41 anni di contributi per far sì che ci sia un ricambio generazionale – dicono i promotori questa battaglia – Riguarda le future generazioni, con questo sistema contributo attuale, con gli attuali coefficienti di trasformazione pensionistici, ancora oggi basati sulla riforma DINI del 1995, infatti, è entrato in vigore per il calcolo della pensione un sistema di tipo contributivo, ossia fondato sul totale dei contributi versati dal lavoratore nel corso della propria vita lavorativa (rivalutati nel corso del tempo). In realtà dopo ventisette anni, rispetto ad allora l’entrata a regime di questa sistema comporta allo stato attuale un sistema di decurtazione della pensione del 25% con tutte le conseguenze che ne derivano, economiche e sociali”.

“La nostra lotta è politica, ma apartitica, vogliamo mobilitare le persone e per questo manifestiamo davanti alle Prefetture, per sensibilizzare il governo Draghi a far sì che si faccia carico di questo problema che presto esploderà con tutta la sua gravità. Questa è una battaglia di civiltà che va sostenuta con forza, adesso che c’è un governo di ampia coalizione, perché è un tema di assoluto interesse generale”. I promotori dell’evento di Latina: Roberto Salaro, Sergio Stecco e Mario Cantone ribadiscono con forza la necessità di informare, c’è troppa disinformazione su un tema complesso e delicato, che riguarda il futuro delle prossime generazioni. E soprattutto considerato il periodo elettorale, avvisano che non saranno tollerate nessuna strumentalizzazione politica.

Articolo a cura di REDAZIONE

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