Processo Willy, in aula il toccante racconto del luogotenente Antonio Carella

Emozionante seconda udienza a Frosinone per il processo dell’uccisione del giovanissimo Willy Monteiro Duarte nel quale sono imputati per omicidio volontario i fratelli Bianchi Marco e Gabriele, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia tutti ragazzi di Artena (Roma). In aula solamente quest’ultimo e in videoconferenza i fratelli Bianchi dal carcere di Rebibbia  Roma, Pincarelli da Rieti non ha voluto partecipare, ma in aula vi era il suo Avvocato Loredana Mazzenga.

In aula anche mamma Lucia che era accompagnata dal Sindaco di Paliano Domenico Alfieri e dal Presidente del Consiglio Comunale  Avv. Serena Montesanti e dai loro avvocati Domenico Marzi e Lorenzo e Vincenzo Galassi.

Udienza drammatica. Il tutto è iniziato con il giuramento della dott.ssa Paola Polletta che ha trascritto alcune intercettazioni ammesse nelle prove. Poi subito l’interrogatorio del Luogotenente Antonio Carella, Comandante la Stazione di Colleferro, uno dei primi ad intervenire perché dalla vicina caserma aveva sentito strani urli ed ha confermato che quando è arrivato sul posto, proprio retro la caserma a Largo Oberdan, ha trovato il povero Willy in terra che rantolava e dopo essersi assicurato che qualcuno gli aveva fatto il massaggio cardiaco, ha atteso l’ambulanza. Poi ha dato il suo telefono ad un ragazzo che conosceva di Colleferro il quale ha avuto da un testimone che accompagnava Willy la foto della macchina dei Fratelli Bianchi. Foto ha consentito il riconoscimento dei fratelli “terribili”, i quali dopo la violenta uccisione erano andati ad Artena, nel bar dell’altro fratello, dove i Carabinieri arrivati nel contempo, li hanno riconosciuti e il Maresciallo Carella che già sapeva della morte di Willy, li ha invitati ad andare in caserma per sbrigare le modalità del caso, senza dire nulla  a loro.  

I quattro sono tornati in caserma con il loro SUV e una volta arrivati, mentre dalla parte del garage arrivavano i testimoni di accusa che avevano visto tutta la brutta scena, uno di loro pare che avesse la camicia rotta. Il luogotenente ha poi raccontato com’è arrivato ad Artena, perché nel contempo gli avevano mandato la foto della targa con le informazioni del caso, poiché nel giardino di Largo Oberdan non vi era luce, il povero Willy era disteso di traverso sul marciapiede retro l’ex bar in viale Bruno Bouzzi, tutto ripreso dalle telecamere che sono sul posto.

La foto sarebbe stata scattata da Matteo La Rocca (compagno di avventura di Willy) che poi l’ha passata al suo amico e questi al Luogotenente Carella . Poi ha deposto l’appuntato che ha accompagnato nella volante il luogotente Carella, il quale ha riconosciuto tutti e quattro i protagonisti, anche se sulla macchina ad Artena ne erano arrivati in cinque, ma l’autista, pare non c’entrasse nulla.  Poi è stata la volta dell’interrogatorio del Tenente Agatino Roccazzello il quale puntigliosamente ha raccontato ai giudici togati e popolari tutto il susseguirsi delle indagini che hanno permesso di incastrare i presunti assassini di Willy, racconti davvero emozionanti e raccontati con una precisione inaudita. Il Maresciallo Ettore Giolitti invece ha parlato del fatto che ha svolto le indagini attraverso lo scorrimento delle immagine delle telecamere ed ha anche raccontato i vari movimenti dei presunti assassini, comprensivo delle registrazioni avvenute in carcere tra i fratelli Bianchi che confessavano al padre di aver dato delle “carezze quel ragazzo”, invece purtroppo sono stati colpi mortali come dovrà testimoniarlo o confermarlo il perito del Pubblico Ministero, chiamato a deporre il 14 luglio prossimo, insieme all’altro perito di MMA (lo sport che frequentavano i fratelli bianchi e Belleggia) Per capire meglio la dinamica dell’uccisione e quale colpo sia stato letale. La difesa ha cercato in qualche modo di smontare le accuse tra orari che secondo loro non concordavano.

Fuori dal Palazzo di Giustizia i ragazzi amici di Willy di Paliano con il solito striscione “Giustizia per Willy”, quando è uscita mamma Lucia, che non ha voluto lasciare dichiarazioni è corsa ad abbracciare tutti i “suoi figli adottivi” ha detto qualcuno vicino a loro e tra questi anche una ragazza capoverdiana, luogo d’origine  di Willy.                                                      

Giancarlo Flavi.

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