Antonella Polenta: un’autrice romana alla ribalta

Discendente dalla famosa Francesca da Rimini citata nell’Inferno di Dante Alighieri, è stata omaggiata con diversi premi letterari

L’ultimo alloro conquistato è il primo premio nella sezione racconti, con “Il giardino incantato”, nell’ambito del Premio nazionale letterario del Moica, “Voci di casa”. Targa ricevuta nella sontuosa cornice dell’Aula Giulio Cesare al Campidoglio.

Ma è solo uno dei tanti riconoscimenti, che sono oltre cinquanta, conquistati dalla poliedrica scrittrice romana Antonella Polenta, che prima di approdare al campo letterario è stata dirigente pubblico, biologa e agronoma. Dopo essersi occupata di studi epidemiologici e sociali, ha diretto l’area sulla vigilanza idrografica della Regione Lazio. Successivamente un’area che tratta tematiche ambientali, naturalistiche e urbanistiche. All’attivo diverse pubblicazioni scientifiche e divulgative.

In campo letterario sovente la definiscono una scrittrice poliedrica perché ama cimentarsi in generi letterari diversi, passando dalle composizioni poetiche ai romanzi fantasy, alle storie gialle e ancora al genere storico.  

I riconoscimenti

Ha vinto svariati premi, ricevuto varie segnalazioni e ottenuto la pubblicazione su antologie, riviste e calendari. Nel 2004 esce la sua opera prima in ambito letterario, “Amori Traditi”, edita da Ibiskos, da cui nel 2006 è tratta la performance multimediale “Riflessi sonori di immagini poetiche”, andata in scena alla Casa del Jazz a Roma.

Nel 2016 pubblica con la Elmi’s World il saggio romanzato “Talvolta un libro. Francesca da Rimini, nata da Polenta”. Finalista al premio letterario editoriale “L’Autore”, sezione narrativa, indetto dalla Firenze libri, il libro è stato presentato il 20 luglio 2017 al Teatro Comunale della Rocca di Gradara, nelle Marche. Nel testo si tratta della Gradara del XIII secolo. Si dipana una sorta di giallo nell’ameno borgo medievale situato nelle Marche, al confine con la Romagna, che fa da sfondo a una storia d’amore che diventerà storia. Il libro definito “galeotto” da Dante Alighieri nel Canto V dell’Inferno è causa ed effetto della passionale e, al tempo stesso, tragica relazione tra la bella Francesca e il cognato Paolo. Inoltre, da una ricerca araldica sull’origine del cognome dell’autrice, commissionata dal nonno, è risultata la discendenza da Guido Minore da Polenta, padre di Francesca da Rimini. Un interesse, quello dell’autrice, quindi inevitabile.

Nel 2019 pubblica con Bertoni Editore “Una donna in gabbia“. L’opera vince il Premio della Critica alla I Edizione del Premio “Città di Grosseto-Amori sui generis”, e successivamente il Premio Speciale del Vicepresidente al Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana. Recentemente è stata selezionata tra i 200 libri più belli del 2022 al “Concorso Letterario Tre Colori 2022 –Inventa un film”. Il libro affronta il tema dei cosiddetti anni di piombo con un arco temporale che va dagli anni Settanta agli Ottanta del secolo scorso.

Nel 2020 vince il primo premio con il romanzo fantasy “Crop Circles“, alla sesta edizione del premio letterario internazionale Pegasus Golden Selection – Repubblica di San Marino.

Nel 2022 la sua decima opera di narrativa, “Quell’anno le margherite divennero rosse”, romanzo storico tratto da una storia vera accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale, si classifica prima al Premio Città di Grosseto “Amori sui generis”. Il testo parla di quel 22 marzo del 1944 quando a Maiano Lavacchio, frazione rurale di Magliano in Toscana, undici ragazzi furono fucilati per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito della nascente Repubblica di Salò. Verranno ricordati come i “martiri di Istia”, dal nome del vicino paese in cui alcuni di loro erano nati. Con immagini struggenti, ricche di pathos, “Quell’anno le margherite divennero rosse” dipinge il triste episodio, sconosciuto ai più e narrato all’autrice da una testimone oculare, allora solo un’innocente bambina.

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