Circa 50 persone hanno partecipato alla manifestazione, svoltasi nel pomeriggio di domenica scorsa intitolata “Un fiore per Willy”, ricordando la crudele morte del ragazzo ucciso un anno fa a Colleferro a calci e pugni sferrati da quattro giovani di Artena. Se ne aspettavano molte di più, comunque non sono mancate le istituzioni rappresentate dal Comune di Colleferro, ossia dall’Assessore Emanuele Girolami che ha voluto ribadire il danno d’immagine causato alla cittadina da parte dell’omicidio e dall’Assessore alla Cultura di Artena Lara Caschera che, per collaborare all’iniziativa ha organizzato una Santa Messa, nella mattinata, alla Chiesa del Rosario.
Gli interventi dei vari associati più che tentare di trattare il problema alle radici, cioè del bullismo, del menefreghismo, dell’ostentazione della forza bruta, della tossicodipendenza, concause dell’omicidio, è stata una passerella con poesie, racconti, aneddoti improntati sull’esigenza di buone relazioni tra gli individui, tra i familiari, nella società. Soprattutto non si è fatto nulla da quel tragico 5 settembre per sensibilizzare gli Artenesi ad adoperarsi per migliorarsi, se non una fiaccolata ed un murales discutibile e così ritessere il tessuto sociale: un’esigenza imprescindibile se veramente si vuole fare qualcosa per tornare ai valori veri, quelli fondanti che legano la famiglia, la scuola, la città.
Tra gli interventi ci piace ricordare quello di Brunello Gizzi che ha letto una fiaba moderna, ma così realistica da sembrare antica. Il noto attore Giorgio Colangeli ha inviato una registrazione, immedesimandosi in Willy. Forse colui che ha focalizzato di più i problemi di Artena è stato Renato Centofanti il quale ha parlato di società lacerata, privata di quelle buone relazioni che esistevano un tempo e che purtroppo sono andate perdute. “Un Fiore per Willy”: un fiore vermiglio come il suo sangue è nato da Willy Duarte Monteiro, però è presto sfiorito a causa dell’indifferenza.
Articolo a cura di R.C.
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