Un’occasione artistica, culturale e di benessere con un affaccio impagabile. La XXI edizione del Premio Aila “Progetto Donna”, promossa dalla Fondazione Aila presieduta dal professor Francesco Bove, si è svolta nella magica cornice del Teatro Greco di Taormina.
Introdotte da Veronica Maya, premiate le eccellenze che si sono distinte per la promozione e salvaguardia della salute della donna. Madrina d’eccezione, Iva Zanicchi.
Sulle note di “C’era una volta il West” di Ennio Morricone, danzate da ballerini, riconoscimenti a Eleonora Daniele, in rosso, dal 2013 su Rai Uno con la trasmissione “Storie vere”. La conduttrice è accompagnata dal marito: l’imprenditore romano Giulio Tassoni. E poi omaggi al Premio Oscar Bobby Moresco e al direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. E ancora premi alla Rettrice dell’Universita Cá Foscari di Venezia, Tiziana Lippiello, all’attrice Pamela Villoresi, che dal 2019 dirige il Teatro Biondo Stabile di Palermo, alla giornalista Emma D’Aquino, a Gianni Profita, Rettore Università Unicamillus, e allo scrittore e imprenditore Diego Dalla Palma. Sul palco di avvicendano Bobby Solo, Mal, Enzo Decaro. Tra il pubblico Gabriele Lavia con la moglie attrice Federica Di Martino, l’oncologo Francesco Cognetti, l’attrice Claudia Conte, Rosanna Lambertucci, Berta Zezza, dell’Osservatorio sulla parità di genere Mic. Chiusura con il concerto della Affetti Collaterali Band del professor Bove.
La consegna dei premi è preceduta, il giorno prima, da un’importante tavola rotonda dal titolo “Il ruolo della donna nella società moderna”, nella cornice della Casa del Cinema e alla presenza dell’ex segretario generale di TaoArte, Ninni Panzera. Condotto dalla D’Aquino, all’incontro partecipano Lella Golfo, la Conte, la Zanicchi, Isabella Mandelli, Cognetti, Jessica Veronica Faroni, Beatrice Lorenzin e la Lippiello.
«Il primo impegno dell’Aila – spiega Bove – é quanto stabilito dall’agenda Onu 2030. Ossia il diritto alla salute e l’eguaglianza tra uomini e donne: tema, quest’ultimo, per cui la Fondazione si batteva già venti anni fa. E poi la sostenibilità di progetti che abbattano, lottando contro artrosi e osteoporosi, le spese della sanità pubblica».
Katia Piacentini
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