Non chiamatelo sciopero perché per loro non è un lavoro ma una grande passione che non può essere sporcata dalla violenza di delinquenti camuffati da giocatori, allenatori, dirigenti e tifosi. E per una passione, pur forte che sia, non si può rischiare di farsi spaccare le ossa come è capitato domenica scorsa al giovane arbitro Edoardo Cavalieri di Civitavecchia nel corso di una partita di Terza categoria. E così, dopo l’ennesima aggressione, gli arbitri
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Fonte: Alessio Porcu