La lingua evolve giorno dopo giorno e si arricchisce di nuove espressioni e nuovi termini dalle origini più disparate. In particolare, ci sono oggi tanti modi di dire che arrivano direttamente dal mondo sportivo e che utilizziamo, molto spesso, senza conoscerne pienamente la provenienza: ecco alcuni dei più significativi.

Dallo sport alla quotidianità: un passo molto breve
Utilizzare nelle attività quotidiane termini e modi di dire derivati dal mondo sportivo è una consuetudine molto più frequente di quanto si possa immaginare, dal momento che lo sport rappresenta uno degli interessi più diffusi e popolari e, dunque, facilmente trasportabile al di fuori dei suoi confini.
In particolare, nella lingua parlata possiamo trovare espressioni di diversa origine, che possono provenire sia da tecnicismi e momenti agonistici che da neologismi e metafore coniate da giornalisti, atleti e altri personaggi che ruotano attorno a questo mondo. Dallo sport alla quotidianità il passo può essere davvero molto breve, come dimostrano questi modi di dire sportivi divenuti popolari nel linguaggio di tutti i giorni.
La zona Cesarini
Dire che si è riusciti a completare qualcosa in “zona Cesarini” significa, nel linguaggio comune, aver raggiunto l’obiettivo all’ultimo secondo in maniera quasi insperata: è questa una delle espressioni più comuni provenienti dal mondo calcistico e, in particolare, dal nome di Renato Cesarini, mezzala della Juventus nella prima metà degli anni 30 del XX secolo. La locuzione venne coniata nel 1931 dopo la partita vinta dall’Italia contro l’Ungheria per 3-2 grazie a un gol allo scadere proprio dell’attaccante bianconero: pochi giorni dopo quell’evento, infatti, il giornalista Eugenio Danese parlò di “zona Cesarini” per commentare il gol vittoria segnato all’ultimo minuto dall’Ambrosiana contro la Roma. Da quel momento, oltre a essere usato negli eventi sportivi, il modo di dire è entrato nel gergo comune per indicare proprio i successi e i risultati ottenuti in extremis.
Partire in quarta
Ecco un’espressione che manda ancora oggi in confusione molte persone, convinte che la partenza in quarta faccia riferimento al mondo dei motori e a un eventuale scatto in avanti effettuato con la quarta marcia inserita. Com’è facile intuire, la cosa è praticamente impossibile, dal momento che partire con la quarta non solo non garantisce uno scatto più veloce ma spegne e rischia di danneggiare il motore: questo modo di dire, che comunemente viene usato per indicare un inizio particolarmente entusiastico ed energico, in realtà deriva da un altro sport, ossia la scherma. “Partire in quarta“, infatti, fa riferimento a una posizione offensiva utilizzata in questo sport per attaccare in modo veloce e improvviso l’avversario.

Andare all-in
Per dire che ci si gioca il tutto per tutto in una qualsiasi situazione di natura professionale o personale, molto spesso si utilizza l’espressione “andare all-in“: siamo di fronte a una delle espressioni più comuni tra i termini del poker, che si riferisce al fatto di puntare tutte le chips sul tavolo in occasione di un gioco di tipo No Limit, ossia senza limiti di puntata. Nel gergo tecnico, l’all-in può essere riferito a diversi tipi di tavoli e aprire a scenari differenti tra i giocatori, ma per chi non conosce bene le regole del gioco basta sapere quale sia il significato di base per comprenderne l’utilità nel linguaggio di tutti i giorni.
Gettare la spugna
Quando si intende arrendersi di fronte a una difficoltà troppo grande o, comunque, interrompere un’attività, è possibile dire che si sta “gettando la spugna“, prendendo ancora una volta in prestito dallo sport un’espressione tipica. Il riferimento è in questo caso alla boxe e, in particolare, al momento in cui ci si rende conto che il pugile che sta incassando i colpi non è più in grado di continuare: l’allenatore, infatti, interviene in questa situazione lanciando a terra l’asciugamano o la spugna utilizzata per asciugare il sudore dell’atleta e ponendo fine alle ostilità. Un’immagine molto chiara che può ben esemplificare una condizione di difficoltà estrema.
Andare a gonfie vele
Chiudiamo con un altro modo di dire capace di dare un’immagine immediata di ciò che si vuole intendere: “andare a gonfie vele” significa infatti che tutto procede liscio e senza ostacoli, proprio come per una barca a vela che, sospinta dal vento favorevole, raggiunge nel modo più rapido e sicuro possibile il punto di approdo.
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