Sedici anni dopo, con lo stesso dolore. L’Aquila, come tutti gli altri luoghi devastati dai terremoti o da altre catastrofi naturali, è una ferita che non si cicatrizzerà mai. Resterà. E farà male. Nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009, in 23 secondi quella terribile scossa ha distrutto. Sconvolto, ucciso, spezzato. Colpendo e salvando a caso. Fermando per sempre 309 battiti. Spazzando via il palazzo degli universitari fuori sede.
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Fonte: Alessio Porcu