Cave, la madre di Marco Giacchetta non si da pace e punta il dito verso le forze dell’ordine: “chi era in servizio in quel giorno deve parlare”

La madre di Marco Giacchetta il 25 trovato morto nelle Campagne di Cave nel 2015 e che nel 2020 ha ottenuto che il caso venisse riaperto dal tribunale di Tivoli non si da pace e con un appello sui social punta il dito contro gli uomini delle forze dell’ordine che erano in servizio in quel drammatico giorno.

“È arrivato il momento di rivolgermi a chi stava in servizio dentro quelle caserme a Palestrina e Cave, ma non solo. A chi, tra di loro, che stava dietro le quinte di quel vergognoso teatrino, sono apparse chiare ed evidenti le anomalie dello “strano suicidio” di mio figlio. A chi tra di loro ha raccolto le “confidenze” circolate in paese.  A chi, tra di loro, ha notato insabbiamenti nelle indagini, soprusi ed abusi. A chi, tra di loro, non è sfuggita qualcosa di importante che invece allora era stata valutata troppo superficialmente”.

Ma non finisce qui l’appello della povera madre rilanciato tramite facebook: “Ho fatto appelli ed ho pregato tutti quelli che hanno visto, a chi ha sentito, agli “amici”, ai papà e alle mamme come me, con il cuore in mano, invocando pietà. Ho pregato tutti di aiutarmi, no, non proprio tutti. Eppure qualcuno di voi dovrà in pur credere e perseverare nella Giustizia. Mi appello a voi affinché facciate un passo avanti. Qualcuno di voi porterà onore con coraggio alla divisa che indossa? In attesa che venga fissata l’udienza camerale per l’opposizione”.

                                        Giancarlo Flavi

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