Dal Barolo al Cesanese. i grandi produttori piemontesi acquisiscono una Tenuta a Piglio. «Sarà crocevia di cultura enogastronomica»

I vini ed i vitigni del nord della Ciociaria iniziano ad attirare l’attenzione ed i business di alcuni grandi imprenditori vinicoli del nord Italia e per la precisione del Piemonte che hanno deciso di investire nel Cesanese D.O.C.G.

Dalla Langa del Barolo al Lazio del Cesanese. Giovanni Negri, piemontese con radici langarole, un passato e un presente da innamorato della politica (negli Anni Ottanta è stato segretario del Partito Radicale), imprenditore e scrittore, ha annunciato, insieme a Serradenari, l’azienda vitivinicola di La Morra condotta dalla figlia Giulia, l’acquisizione della Tenuta al Piglio nel nord della Ciociaria, area del vino Cesanese, un rosso a docg ottenuto dall’omonimo vitigno a bacca nera considerato tra i vini più rappresentativi della produzione laziale. Al di là delle valutazioni – come riporta il sito www.saporidelpiemonte.net – è da sottolineare l’operazione, in un periodo così complicato, di un’azienda piemontese che guarda al di là dei confini regionali in un’ottica transregionale e, come annuncia lo stesso comunicato ufficiale che pubblichiamo qui di seguito, addirittura transnazionale.

Giovanni Negri e Serradenari S.A. sono lieti di annunciare l’acquisizione della Tenuta Al Piglio, alle porte di Roma e nel cuore del Cesanese del Piglio Docg . L’azienda sarà destinata alla produzione di vini e olio di eccellenza , nonché all’accoglienza in sei suites degli ospiti che intendono visitare Roma, il mare del Circeo e le abbazie medievali del Lazio soggiornando in un casale immerso tra le vigne e gli ulivi. La Tenuta Al Piglio sarà anche crocevia e centro di cultura enogastronomica internazionale, con i migliori libri e vini del mondo e un occhio di attenzione particolare all’habitat del fungo porcino. I lavori di reimpianto, costruzione e ristrutturazione avranno inizio entro il mese di aprile.

Giulia Negri (Serradenari) Cesanese del Piglio, un vino di grande qualità; uno dei migliori in assoluto dell’Italia centrale. Il Cesanese è la DOCG relativa ad alcune tipologie di vini prodotti nei comuni di Piglio, Serrone, Acuto, Anagni, Paliano in provincia di Frosinone. E’ possibile ricostruire l’antica storia di questo vino, con una congrua documentazione.

Il Cesanese del Piglio D.O.C.G. un vino nobile e forte

La coltivazione del Cesanese annovera come prima testimonianza i georgici latini. Anche dopo la caduta dell’impero romano; la viticoltura conserva un ruolo di primo piano attestato da numerosi atti notarili custoditi nell’archivio capitolare di Anagni durante il medioevo. Questo vino è stato ampiamente commercializzato; si evince da contratti agrari conservati nei monasteri della zona.

Poi, sul finire del medioevo, il 30 maggio 1479, vennero emanati gli “Statuti della Terra di Piglio”; che regolavano ogni aspetto della Comunità. Diversi Capitoli degli Statuti riguardavano la vite ed il vino. Nel 1700, uno Statuto Municipale che ne imponeva la tutela. Un editto invece prevedeva pene severissime a chiunque avesse avuto l’ardire di recare danno alle vigne; sia per mano d’uomo che per tramite di bestiami. Inoltre, nel Cesanese, un secolo prima aveva parlato anche il letterato locale Rutilio Scotti. Egli attribuiva al vitigno la capacità miracolosa di “resuscitare la morte in ciascuno homo”. Dopotutto i medici l’avevano sempre consigliato come beneficio medicamentoso; argomento ancora oggi valido. Storicamente è nel 1825 che il Cesanese viene citato genericamente. E’ lui il vitigno “atto a produrre un vino generosissimo; con acini sferioidi, azzurri, nerastri”. L’aggettivo “nero” sarà introdotto nel 1877, undici anni dopo che quello di Affile otterrà la distinzione da quello Comune. Tra corsi e ricorsi storici, arriviamo al 1838, con il Libro Mastro dell’Abbazia di Subiaco.

Vi si trovano riferimenti alla vendemmia di Cesanese; relativamente ad Affile e  Piglio. Ancora, negli annali della Facoltà di Agraria della Regia Università di Napoli del 1942 si legge ” i Cesanesi risultano avere l’assoluto predominio nella viticoltura della zona: il vino risulta, inoltre, molto apprezzato da tutti i consumatori; specialmente da quelli della Capitale i quali, si dice, dei Castelli conoscono ormai i soli vini bianchi e di Cesanese apprezzano  “solo quello di Piglio”. Come fece il grande Gigi Proietti, che raccontò a Bonolis il luculliano pranzo a cui aveva partecipato, la sera prima a base di vino Rosso Cesanese del Piglio.

Orbene, nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto sempre un ruolo principe nel territorio. Come del resto testimonia la Sagra del vino “Cesanese del Piglio”. E l’altra Sagra nel Comune di Serrone di fine Agosto chiamata “Sagra dell’Uva Cesanese”.  Naturalmente i vini “Cesanese del Piglio”, si producono  solo in provincia di Frosinone; su un territorio di alta e media collina, di circa 15317 ettari. Ci troviamo in ampie vallate sulle pendici del Monte Scalambra facente parte della catena dei  Monti Ernici; specialmente nell’alta valle del Sacco. Si tratta di suoli con terre rosse derivate dall’erosione e dalla decalcificazione delle rocce sedimentarie calcaree proprie dei Monti Ernici. La D.O.C.G è stata concessa solamente ai due comuni  di Piglio e Serrone a quelli di Acuto, Anagni e Paliano è rimasta la D.O.C.

I Vini, sono per la maggior parte di colore rosso scuro a causa degli ossidi di ferro e di alluminio liberi. Ci sono anche terreni con detriti di natura calcarea, con scarso contenuto di elementi nutritivi. Sono quindi terreni poco adatti allo sfruttamento intensivo, ma particolarmente adatti a una “vitivinicoltura di qualità, con basse rese produttive, conferendo ai vini particolare vigore e complessità”.

I vigneti sono compresi tra i 220 e i 980 m s.l.m. con pendenza variabile; ma spesso superiore al 10%. L’esposizione generale è verso ovest e sud-ovest. Restano esclusi dalla zona di produzione i terreni a quote troppo basse. La temperatura media annua è di 15,6 °C e insieme ad una elevata escursione termica giornaliera. Sono ottimali per una lenta e completa maturazione delle uve. La combinazione tra le caratteristiche del terreno ed i fattori climatici; determina un’ottimale maturazione e rapporto tra zuccheri e acidi. Si ottengono così vini con elevata struttura e grande equilibrio. Il “bouquet” del “Cesanese del Piglio”; è sicuramente dovuto anche alla prolungata maturazione dell’uva sulla pianta.

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