Diventare papà al tempo del Covid: ho visto mia figlia su whatsapp

Lei con il pancione, io con un nodo in gola. Aspettiamo davanti al presidio ospedaliero Santo Spirito in Sassia di Roma, finché due infermiere la chiamano. «In bocca al lupo amore. Ti amo» le dico. La mia compagna Arianna entra. Il giorno dopo nasce nostra figlia, Azzurra. Sono passati 4 giorni e io ancora non ho avuto la possibilità di conoscere mia figlia. Soltanto decine di video chiamate whatsapp al giorno (per fortuna che le hanno inventate).

Attendere nove mesi. Aspettare un’eternità prima di poter vedere il tuo visino. Piccola mia, non vedo l’ora di tenerti tra le braccia. Non vedo l’ora di tenerti stretta al mio petto e sentire il calore del tuo amore. Non vedo l’ora di sentire il tuo odore, un odore che riempirà le mie giornate. Vedere il tuo primo sorriso. Ho bisogno di vederti, sapere che stai bene, che sei sana e forte. Lavorerò ogni giorno per renderti felice, per il resto dei miei giorni. Aspetto ansiosamente di tenerti tra le braccia, vicino a me, per poterti finalmente conoscere davvero. Vorrei poterti abbracciare e riempire di baci. Ripeterti fino allo sfinimento quanto ti ho aspettato e dimostrarti in ogni momento quanto ti amo. Non vedo l’ora di sentirti stringere le mie dita nelle tue piccole manine. Al solo pensarci piango già dall’emozione. Sarò estasiato dal tuo sguardo che mi comunicherà tutto senza dire una parola. Non vedo l’ora di vederti per godere ogni attimo della morbidezza della tua pelle. Per innamorarmi ogni giorno al solo vedere le tue guancette rotonde. Semplicemente, non vedo l’ora che tu riempia le mie giornate con tutto il tuo amore. Figlia mia! Non sto più nella pelle per tenerti tra le braccia. Solo così potremmo cominciare a ascrivere insieme la nostra avventura. 

L’esperienza della gravidanza, della nascita e dell’allattamento sono elementi fondanti della genitorialità consapevole, della “Nurturing Care” e della promozione della salute delle madri, dei padri e dei bambini e bambine. La presenza del padre per il travaglio, il parto e il post partum durante la degenza ospedaliera dovrebbe essere garantita e regolamentata dalle singole strutture sanitarie tenendo conto degli aspetti organizzativi e logistici imposti dall’evoluzione locale dell’epidemia. Lancio un appello. Si tratta di un invito rivolto soprattutto i responsabili medici d’area maternoinfantile, a riesaminare le routine attuali nei Punti Nascita, recuperando la presenza del padre e più in generale le pratiche post-partum volte a facilitare la relazione madre bambino. Comprendo le motivazioni di sicurezza che portano alcuni direttori sanitari a negare l’ingresso per via dei timori legati ad affollamenti in sale magari piccole che non garantiscono tutti i comfort ma credo che se tutte le misure anti Covid vengono rispettate i benefici per i bimbi e le loro famiglie superino di gran lunga i rischi.

Articolo a cura di MANUEL MANCINI

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