Il Castello Baronale di Piglio è entrato a far parte della Rete regionale delle dimore e dei giardini storici

E’ disponibile il nuovo elenco dei beni accreditati per il 2020 della Rete regionale delle dimore, ville, complessi architettonici e del paesaggio, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico approvato con la Determinazione G11707 del 9/10/2020.

La Rete ha la finalità di far conoscere e valorizzare lo straordinario patrimonio storico e artistico rappresentato dalle dimore e dai giardini storici del Lazio.

Nel 2020 sono entrate a far parte della Rete 23 nuovi edifici, tra palazzi, complessi architettonici ed archeologici, cinta murarie e parchi storici per un totale di 159 siti accreditati. Cresce in questo modo la possibilità per il pubblico di scoprire luoghi spesso poco noti e ammirare la grande bellezza custodita nel Lazio. I nuovi beni sono dislocati in tutto il territorio regionale: precisamente 11 nell’area di Roma, 6 in quella di Viterbo, 3 in quella di Frosinone, 2 in quella di Latina e 1 a Rieti.

A Piglio per questa iniziativa regionale è entrato a far parte il Castello Baronale Alto

Il territorio di Piglio fu abitato sin dall’età romana imperiale, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. L’attuale Castello Alto è menzionato già nel 1088 nei possedimenti del vescovo di Anagni, per poi passare ai De Pileo e ai De Antiochia. I De Antiochia, vendettero il castello ai Colonna, di cui erano familiari tra il 1430 e il 1453. Nel 1501 Alessandro VI assegnò il feudo a Giovanni Borgia ma, alla morte del pontefice, tornò ai Colonna. Nel 1526 la rocca fu assediata dalle truppe di Papa Clemente VII e in seguito gli Orsini tentarono varie volte di conquistarla, arrivando a cannoneggiarla nel 1556.

Il Castello è costituito da due parti edificate in epoche diverse: la parte più alta (Castello Alto) è separata dalla più bassa (Castello Basso) da un dislivello di circa 25 metri. Il Castello superiore, sito su una spianata alla sommità del colle, domina il borgo ed è formato da un torrione a sperone verso la montagna e da una cortina di torri lungo il lato nord che ne denuncia l’origine militare. La struttura alloggiava una cisterna, necessaria in caso di assedio. All’interno erano ubicati la piazza d’armi, che ospitava l’esercito di difesa, una loggia e una “Sala Palatii” dove, nel 1332 e nel 1348, si celebrarono solenni investiture da parte del Signore feudale.

Nella piazza, sotto il mastio, sono stati rinvenuti i resti dell’abside della chiesa di San Pietro in Castrovetere, che, già menzionata in alcuni atti del XIV secolo, testimonia la conversione della vecchia fortezza in edificio residenziale.

Il Borgo non aveva mura di cinta ma le case stesse, costruite sui margini della collina, in forte pendio, avevano senz’altro anche funzioni difensive.

In età moderna il Castello è stato restaurato nel 1962, ad opera del Comune, poi negli Anni 70 su mandato della Soprintendenza e di nuovo nel 2008.

Oggi il Castello ospita l’antiquarium con reperti archeologici da scavi nel territorio del Comune di Piglio, tra cui una statua di donna, con veste tipicamente romana, priva della testa e delle braccia, risalente al I/II secolo a.C.

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