La storia, nel nord della Ciociaria nessun vuole più fare il barbiere

Cercasi apprendista barbiere. Questo l’annuncio che campeggia già da diversi mesi davanti alla barberia di Andrea a Serrone. Poi dicono che i giovani vanno all’estero?

Non si trova un giovane in paese che voglia fare il “figarò” nei piccoli paesi e così spariscono i mestieri e i paesi diventano sempre più morti, perché mancano i servizi essenziali.

Eppure a Serrone Andrea con questo lavoro ha potuto permettersi di costruire una modesta abitazione nella quale vive con la sua famiglia, questo a dimostrare il fatto che il barbiere ha ancora senso di esistere veramente in tutti i paesi, perché tutti noi abbiamo necessità di tagliare i capelli e qualche volta anche la barba da queste persone che conoscono vita morte e miracoli di tutti.

Far morire però una  prestigiosa posizione, o meglio, una istituzione come la barberia è davvero un fatto grave, anche e soprattutto per i vecchi che sono rimasti in paese, i quali ogni tanto a turno vogliono essere pettinati e sbarbati, a perché anche loro hanno una dignità giustamente.

Sul barbiere il grande musicista italiano Gioachino Rossini scrisse  “Il barbiere di Siviglia” è un’opera in due atti su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima francese di Pierre Beaumarchais del 1775.

Scusate se è poco. Insomma, si preferisce far finire un mestiere redditizio. Questi nostri giovani non vedono lontano. Peccato. Perché nessuno vuole fare il barbiere?

 G.F.

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