Paliano, Nicoli denuncia Schina: “mi ha asportato 7 piante di leccio”

Denunciato il gruppo Schina Consorzio Stabile per violazione di domicilio e danneggiamento e di altri reati che riterrà di valutare il giudice. Questo è quanto si legge nella nota rimessa alla Procura della Repubblica di Frosinone, dal Sig. Filippo Nicoli proprietario di un terreno confinante il località La Selva di Paliano.

Mentre stavo parlando sulla mia proprietà con il Sig. Pietro Marcoccia di Artena ho visto dei grossi alberi che si muovevano. Sono corso a vedere di cosa si trattasse ed ho trovato alcuni operai del Gruppo Schina Consorzio Stabile, che con grossi escavatori, stavano letteralmente scavando  e prelevando dei grossi lecci – forse secolari, per poi piantarli nella sua proprietà”.

Così si è presentato alla conferenza stampa Nicoli che ha consegnato il suo esposto nel quale racconta quanto accaduto nella sua proprietà il 27 Gennaio scorso.  Nicoli é  proprietario di un terreno in località La Selva di Paliano acquistato all’asta nel 2011 e confinante proprio con quello del gruppo Schina. “ Detti terreni confinano con gli altri lotti del Gruppo Schina il quale nel corso di questi anni ha perpetrato nei miei confronti – scrive Filippo Nicoli  nella denuncia – azioni illegittime con appropriazione indebita di una parte dei miei terreni particella 48, mentre quella di Schina e la particella 49. Per tale motivo– aggiunge ancora il Nicoli- si è svolto presso il Tribunale di Frosinone un giudizio civile che si è concluso con la sentenza n. 690/2017 che, da un lato ha riconosciuto proprietario dei terreni lo scrivente e dall’altro ordinava al gruppo Schina l’immediato rilascio degli stessi. La Sentenza è stata oggetto di appello da parte del gruppo Schina ed il procedimento è in corso di svolgimento presso la Corte di Appello di Roma”.

Poi Nicoli denuncia tutta una serie di soprusi che avrebbe subito dallo stesso Schina che si sarebbe appropriato di ben tre ettari di terreno  e quindi evidenzia il fatto che lo stesso gli ha  di fatto asportato ben 7 piante di alto fusto e di notevole valore naturale scavando letteralmente le piante quasi secolari sembrdrebbr  senza neanche l’autorizzazione Regionale, perché sul terreno c’è il vincolo del Monumento Naturale, che vieta nel modo più assoluto di toccare le piante (La Regione Lazio ha rifiutato al Sig. Nicoli il permesso di tagliare le piante andate a fuoco perché servivano agli insetti figuriamoci se ha permesso lo spostamento di tali piante di alto fusto). Regione che sarebbe stata avvisata- come ha riferito lo stesso Nicoli in conferenza Stampa – e non si conoscono al momento le loro decisioni, anche perché per questa diatriba esplosa sin dal lontano 2011 ne sarebbero accadute di cose, tanto che sul terreno di Nicoli si sono svolti numerosi eventi anche con la stessa Regione Lazio, perché la zona di Nicoli è prevista nel  Monumento Naturale e businesplan come zona di sviluppo ricreativa.

Adesso Nicoli, addirittura, è passato a  fare coltivazioni biologiche time il topinanbur, melograni, grano monococco, pesche e altre importanti prodotti anti ossidanti insieme all’Università della Tuscia. Una zona dove la natura viene rispettata in toto e anzi valorizzata come poi si è potuto vedere anche in TV un alcuni programmi della Rai.

                                                                    Giancarlo Flavi

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