Piglio, dal binomio fede e vino Docg il rilancio turistico della cittadina a nord della Ciociaria

Nonostante il  lockdown per il coronavirus che ha costretto la gente in casa in una sorta di ”arresti domiciliari” al percorso contemplativo di Giovanni Paolo II di Piglio sono arrivate migliaia di persone che hanno passeggiato e pregato. 

Tra loro Annachiara Valle e Alberto che hanno portato dei fogli di Famiglia Cristiana che hanno lasciato appesi alla ringhiera che custodisce l’immagine alla porta d’ingresso del percorso il 18 Maggio scorso in occasione dei 100 anni di Karol Woytjwa. 

Ma quanta gente è venuta a pregare il Santo che a Piglio era venuto ben 27 volte durante i martedì di relax? Qui dove arrivava il corteo e qui dove fu visto per una quindicina di volte almeno dal giovane pastore Massimiliano Bruni che ci ha riferito di averlo visto con il vestito bianco solamente una volta, l’ultima quando poi fu scoperto anche dai giornalisti e noi fummo i primi ad arrivare sul posto. Qui parlammo con il pastore che restò sorpreso per tutta quella confusione che si creò, con le jeep che fuggirono in direzione di Fiuggi, per rientrare poi dal casello autostradale di Anagni e quindi tornare a Roma.

Orbene, non ci pare che la cittadina di Piglio stia “sfruttando “ al meglio il flusso di gente che adesso, siamo sicuri, dopo il tre Giugno, si riverserà in quella località per pregare il Santo che ha rivoluzionato il mondo. Il Papa, che ha lanciato numerosi messaggi, molto forti ai giovani, affinché “spalancassero le porte a Cristo”. Proprio su quel percorso, ci sono, oltre alle bellissime tappe della via crucis realizzate in ferro, che servono per raccogliersi in preghiera, ma anche delle pietre, peccato che alcune lettere dei diversi passaggi più significativi del Pontificato di Giovanni Paolo II si stiano staccando con il passare del tempo.

Percorso spirituale che dovrebbe essere pubblicizzato meglio dal comune di Piglio, perché potrebbe essere questo un vero motivo di rilancio non solo del turismo, ma di tutto quanto gli gira intorno a cominciare dal rilancio del Vino Cesanese Docg, per il quale la Cantina di Piglio ha cercato, nel momento di difficoltà, di lanciarlo offrendo ulteriori litri di vino a chi ne acquistava almeno 20 sfusi. Insomma, l’amministrazione comunale pigliese dovrebbe credere di più al turismo perché la cittadina nel nord della Ciociaria ha caratteristiche tali per diventare una delle città del vino del Lazio.

Non si deve dimenticare che il Cesanese Docg è una eccellenza italiana e fa parte del ristretto “club” italiano dei vino e ce ne sono solamente 23 in Italia.

Insomma, il binomio vino e fede potrebbe esseere il vero motivo di rilancio di questa nostra bella cittadina come stanno, anche, evidenziando in questo momento diversi articoli usciti su riviste specializzate che stanno esaltando il nostro vino. Ogni paese ha le proprie potenzialità che devono essere “sfruttate” al massimo.

Giancarlo Flavi

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