Sanità, una Casa della Comunità per Carpineto Romano

Il Recovery Plan, ovvero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  (PNRR) – , approvato nello scorso aprile, prevede diversi interventi in campo sanitario. Uno di questi interventi prevede la realizzazione entro il 2026 di 1.288 Case della Comunità. Che cosa sono e come saranno organizzate? Le Case della Comunità sono strutture sanitarie, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria. La sede della Casa della Comunità deve essere visibile e facilmente accessibile per la comunità di riferimento perché è il luogo dove il cittadino può trovare una risposta adeguata alle diverse esigenze sanitarie o sociosanitarie.

In queste strutture, al fine di poter fornire tutti i servizi sanitari di base, il Medico di Medicina Generale e il Pediatri di Libera lavorano in équipe, in collaborazione con gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione e altri. La presenza degli assistenti sociali nelle Case della Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale. La figura chiave nella Casa della Comunità  sarà l’infermiere di famiglia, figura già introdotta dal Decreto Legge n. 34/2020 che, grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche nel settore delle cure primarie e della sanità pubblica, diventa il professionista responsabile dei processi infermieristici in famiglia e Comunità.

Secondo il PNRR, la Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare ai malati cronici. La Casa della Comunità è finalizzata a costituire il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso un’infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, e ha il fine di garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento. Tra i servizi inclusi è previsto, in particolare, il punto unico di accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali (servizi sociosanitari) e i servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari secondo un approccio di medicina di genere. Potranno inoltre essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili, variamente organizzati a seconda delle caratteristiche della comunità specifica. L’investimento prevede l’attivazione di 1.288 Case della Comunità entro la metà del 2026, che potranno utilizzare sia strutture già esistenti sia nuove (Cfr. Tab. 1). Entro il primo trimestre del 2022 è prevista la definizione di un documento di programmazione per l’implementazione delle Case della Comunità.

Una Casa della Comunità la avrà il Comune di Carpineto Romano, così come annunciato dal sindaco Stefano Cacciotti. «In campagna elettorale prendemmo l’impegno di potenziare i servizi alla persona nel nostro paese che, negli anni, più di ogni altro ha sofferto la lontananza del primo presidio sanitario utile. Ebbene, con i fondi destinati al potenziamento dei servizi sanitari messi a disposizione dal PNRR, la Regione Lazio e la Asl Roma 5 realizzeranno a Carpineto Romano una Casa di Comunità. Un risultato straordinario per la nostra comunità frutto del lavoro sinergico svolto in questi mesi dall’assessore alle Politiche sociali Anna Rita Briganti insieme alla Regione Lazio e alla Direzione Generale della Asl Roma 5. Il PNRR rappresenta un’opportunità di sviluppo e crescita senza precedenti per il quale la nostra Amministrazione sta lavorando da mesi con continuità e grande spirito di abnegazione».

Articolo a cura di MANUEL MANCINI

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