Serrone, secondo anno senza i quadri pasquali nel borgo ma con i dolci nelle famiglie a cominciare dalla nota “Ciammella Serronese”

Per il secondo anno consecutivo i quadri pasquali, organizzati sempre dall’Associazione Culturale Serrone, e la pittoresca processione del Venerdì Santo a causa della pandemia non si sono impiantati. Quindi una tradizione sospesa per il momento a causa del Coronavirus e delle restrizioni governative imposte alla popolazione

La Santa Pasqua quest’anno anche a Serrone sarà festeggiata in famiglia dove verranno preparati i dolci locali come le “ciammellette  scucchiate”, la grande “Ciammella Serronese” (qualcuno ha tentato di appropriarsi di questo nome, ma il Ministero dell’Agricoltura ha riconosciuto a questo singolare dolce il PAT Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Sarebbe il caso che gli amministratori comunali si dessero una mossa per farlo riconoscere come De.c.o.) e “glio tortaro” (un ciambellone molto diverso dal tradizionale più acidulo).

E’ come si fa a non ricordare in questo periodo nonna Isolina al secolo Teosolina Serafini in Flavi, la cosiddetta “ciammellara”, che proprio di questi tempi sia il giovedì che la domenica, ma lo faceva anche tutte le domeniche dell’anno, riempiva due canestri di “ciammelle” e li portava a piedi a vendere a Paliano dove c’era molta gente che l’aspettava. Questo tipo di prodotto che non era ne dolce ne salato ma buono con tutto racconta una bella storia del paese.

Questa ciambella veniva offerta alla mamma della fidanzata al momento dell’ufficialità del fidanzamento e se la mamma la metteva nel braccio significava che aveva accettato il fidanzamento della figlia e poi se la portava in campagna dove la mangiava un po’ alla volta.

Quindi una Pasqua davvero molto ridotta e non vedere quei quadri impiantati nel borgo del paese porta davvero tanta tristezza, in compenso però ci sono i dolci che ripagheranno, almeno si spera, tanta amarezza.

Intanto noi vi lasciamo la ricetta che ci ha dettato, grazie alla sua esperienza ed alla saggezza, Tomassina Lolli vedova Minori una delle poche donne rimaste nel portare avanti quella bella tradizione dolciaria nel paese, che peraltro ha anche fatto parte del gruppo folk degli “Allegri Ciociari” diretti dalla brava Rossella Severa ( e quante belle serate si sono svolte in paese)

Questa la ricetta. Una Ciambella che può essere servita anche a fette con sopra un salamino piccante, oppure con formaggio sempre piccante o addirittura fatta ad insalata con pomodori da antipasto, o addirittura può chiudere il pasto come dolce. Insomma la sua duttilità è davvero impressionante. Eccovi la ricetta:

3 kg di farina doppio 00

10 uova (uno a ciambella)

Lievito Madre ( ma anche quello di birra oggi)

Arancio o limone spremuto o grattato

Una manciata di Sale

1/5 chilogrammo di zucchero

1 bicchierino di olio extravergine Rosciola

2 Bicchieri di latte Anice a grani e un bicchierino di anice

(oggi alcune donne del paese inseriscono anche il Pane degli Angeli)

E il dolce per 10 famiglie è servito. Buon appetito.

 Giancarlo Flavi 

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