Trevi nel Lazio, i costi raddoppiano, il ponte di Comunacque continua a cadere i pezzi e la burocrazia del Parco ostacola lo sviluppo turistico

Il ponte di Comunacque tra Trevi nel Lazio e Jenne è diventato peggio del ponte dei sospiri di Venezia, dove il detenuto che lo attraversava respirava aria pura. A Trevi non si può neanche attraversare perché cade, intanto lievitano i prezzi e tutto è fermo peggio di prima

Non sono bastati i primi finanziamenti della Regione Lazio di 32.562,96 centesimi del 2020, con un anno il costo è aumentato senza neanche un inizio dei lavori, perché il Genio Civile ha fatto lievitare i tutto ad oltre il doppio e si è arrivati ad oltre 71.950,00 euro.

Quindi c’è stata un’altra richiesta di fondi alla Regione Lazio da parte del Parco dei Monti Simbruini. Quanta burocrazia. Quante stupidaggini per riparare un ponte. Se il tutto fosse stato affidato ad un’associazione senza scopo di lucro ma per la tutela del bene comune, questa sicuramente avrebbe realizzato il ponte da tempo e soprattutto avrebbe tenuto quel bellissimo posto immerso in una natura surreale in modo decente per essere visitato. Si sarebbe potuto far pagare un euro a testa alle migliaia di visitatori per tenere il tutto controllato e messo in sicurezza con il percorso che porta fino alla bellissima cascata del fiume Aniene.

Insomma, un posto che il Signore ci ha regalato ma che la burocrazia  ci nega e che ne impedisce la fruibilità. Ancora una volta rinnoviamo il nostro appello: sindaci di Trevi nel Lazio e di Jenne datevi una mossa affrontate di petto il problema e non aspettate i tempi quasi biblici della Regione Lazio o del Parco dei Simbruini che da quando è nato invece di proteggere il comprensorio lo sta ostacolando in tutti i modi.

Oggi, si deve essere pratici. Si deve creare lavoro invece si è ancora a carissimo amico… Non è possibile he ci sia questa burocrazia che ostacola lo sviluppo. Come farà l’Italia a spendere i soldi del Recovery Plan  che ci da l’Europa entro il 2026 se per rifare un ponte, peraltro piccolo, ancora si stanno aspettando dei finanziamenti da oltre due anni. E pensare che peraltro ci sarebbero privati disposti a rifarlo subito quel ponte. Però, non si può toccare perché è un ponte storico. Allora, incelofanatelo per farlo vedere e fatene un altro nuovo che permetta di poter usufruire di quel bellissimo posto a quanti hanno il desiderio di passare giornate diverse e respirare aria pulita e di vivere l’acqua dell’Aniene, senza neanche contaminarsi con il Covid. Sotto quelle bellissime piante non c’è sicuramente il Covid. C’è il covid della burocrazia che impedisce lo sviluppo del posto.

Giancarlo Flavi 

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