I voltagabbana di Artena. In un manifesto si accusano Augusto Angelini, Gloria Scacchi e Antonio Panici

Certamente è da condannare l’affissione di un manifesto comparso domenica 6 novembre nella città di Artena dove si accusano per essere dei ”voltagabbana” i tre candidati di Artena Rinasce Augusto Angelini, Gloria Scacchi ed Antonio Panici. Soprattutto perché, mettendo in piazza, scelte personali dei tre additati, si viene a ledere la loro privacy, per cui si può cadere nel penale.

Il primo a risentirsi è stato Antonio Panici: «Con la lista “Artena Rinasce” ho conseguito 28 voti e non 16. Essendo l’ultimo della lista, pensavo che la mia avventura politica fosse finita. La Maggioranza ha perso pezzi, (in seguito all’inchiesta Feudo) fino ad essere numericamente in parità con l’opposizione, però si è andati avanti lo stesso, fino a definirsi qualcuno “ottimo project manager”. Il 30 agosto altri due Consiglieri si sono dimessi. Dopo il mio diniego ad una telefonata per surrogarne uno, l’8 settembre il vicesindaco viene a casa mia e rispondo ancora “No”. Subito arriva il Comandante della Polizia locale Gallo ed il vigile Calò e mi fa firmare la rinuncia. Ritorna il 28 ottobre con un’altra notifica di surroga. Mi informo sul sito del Ministero e capisco che la prima rinuncia è inefficace (TAR Lazio n.651/2005). Ripenso alla rinuncia e mi presento in Consiglio, ma il Presidente non ha voluto procedere alla surroga, riservandosi di chiedere il parere del Prefetto. Gente così volgare che si permette di scrivere tali falsità dovrebbe essere condannata dalla comunità. Perché “Artena Rinasce” affigge manifesti privi del timbro di affissione?».

La replica di Gloria Scacchi in un video su Fb: «Il 26 febbraio 2021 lascio “Artena Rinasce” e passo all’opposizione. Nel manifesto mi tacciano di essere voltagabbana. Sinceramente non conosco il significato del vocabolo e vado a ricercarlo sullo Zingarelli – persona che cambia opinione secondo le convenienze, che tradisce l’amicizia di una o più persone buone e giuste -. Me ne sono andata perché Carlo Scaccia non era a conoscenza della delibera votata all’unanimità il 14 ottobre 2020 contro il Biometano ad Artena. Ho presentato una proposta, come sempre bocciata, per far decadere Carlo Scaccia e scegliere tre Consiglieri, tra cui anch’io, per lavorare all’Ufficio Urbanistica. Nulla. Carlo Scaccia non ha mai chiesto scusa alla città per la sua incapacità. Artena con l’attuale Maggioranza non è mai rinata, per questo me ne sono andata. Prima di scrivere certe falsità, bisogna guardarsi la mattina allo specchio. Il programma elettorale non è mai iniziato. 1- Abolizione dei parcheggi a pagamento. Mercoledì scorso, 7 Consiglieri hanno votato a favore del ripristino dei parcheggi a pagamento fino al 31 dicembre 2021 per il buco nel bilancio. 2- Rivalutazione del centro storico. Io vi abito ed è abbandonato a se stesso. Qualsiasi nostra proposta è rimasta vana. Solo i soliti tre o quattro Consiglieri decidono e gli altri dietro. Ho richiesto le Commissioni, anche perché sono al mio primo mandato, per acquisire esperienza, e mi rispondono che non si fanno perché le opposizioni presentano sempre le stesse richieste. Senza avvertirmi mi hanno revocato la delega alla mensa, nonostante avessi fatto un lungo lavoro. Un mese fa mi hanno convocato per assegnarmi l’Assessorato ai Lavori Pubblici che io ho rifiutato. Hanno scelto una ragazza che ha partorito da poco e quindi non partecipa alle riunioni. Due anni e mezzo fa si parlò di alternanza delle deleghe per par fare esperienza a tutti, ma mai ciò è avvenuto. Questa Amministrazione va avanti senza un progetto comune, senza un obiettivo. Ripeto, solo tre persone decidono per gli altri. Sul campo sportivo alle Macere occupato abusivamente volevo organizzare una manifestazione perché tutto fosse regolare. Niente. Venivo chiamata solo per una foto presso una griglia, non per lavorare seriamente in Comune. La lista “Artena Rinasce” non ha dato a nessuno di noi alcuna possibilità di operare per il bene della città».

Il parere di Silvia Carocci: «E’ stato affisso un manifesto pieno di astio, firmato dalla Maggioranza. Non si parla di opere, progetti, investimenti, servizi per la città. Si vogliono solo umiliare le persone nominate con un rancore accecante. Il dibattito politico è la condizione essenziale per la vita della comunità dove non deve mai mancare il rispetto reciproco. Siamo andati veramente oltre. E’ uno spettacolo indecoroso».

Dopo tali fatti e tali repliche lasciamo ai lettori la facoltà di giudicare chi ha torto e chi ha ragione.

Articolo a cura di RITA CERASANI

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