Paliano, i bei momenti in cui la nostra amata Selva nei mesi di aprile e maggio si riempiva di gente (foto e ricordi)

All’incirca trenta anni fa di questi tempi: Pasquetta, 25 Aprile e 1 Maggio erano i giorni d’oro della Selva di Paliano e di tutta la città. Qui arrivavano da Roma e Provincia e da Napoli e provincia decine di migliaia di persone che invadevano il parco uccelli, unico spazio verde tra le due grandi città

I mesi di aprile e maggio erano i periodi in cui La Selva veniva visitata anche dagli studenti dalle scuole elementari e medie. Io ricordo cartelli pubblicitari, li ho visti anche a Milano, e non poche sono state le scolaresche che dal nord Italia, da Firenze venivano alla Selva a vedere gli uccelli in libertà, perché qui potevi toccarli anche con mano.  

Per costruirla Don Antonello Ruffo aveva messo tutta la sua sapienza di architetto e di altri numerosi esperti ed era riuscito a creare tutti i laghetti che venivano riempiti costantemente copiando il principio di Villa d’Este a Tivoli dove tutti gli zampilli e le meraviglie che forma l’acqua sono tutti naturali ed “arrivano” dal fiume Aniene che passa a Tivoli prima di arrivare a Roma.

Insomma, il Principe aveva creato un’altra meraviglia tutta naturale. Oggi con la divisione della proprietà tutto questo lavoro di ingegneria, purtroppo, è andato perso perché ognuno ha pensato al proprio orticello e si è verificato il contrario delle volontà del Principe che ha sempre fatto di tutto per farla restare unita. La figlia Claudia nel giorno dei funerali del padre all’interno del bosco (ancora intestato al nonno Fulco) disse: “Mio padre non è stato capito”. Frase giusta perché Don Antonello Ruffo era molto più avanti di noi con il suo modo futuristico di vedere le cose, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente.

Un ricordo che riaffiora nella mente nel vedere queste belle foto pubblicate qui sotto, quando Antonello Ruffo di Calabria aveva costruito un parco pieno di animali che lui stesso era andato a prendere perché aveva in mente sin dal lontano degli anni 70, lo sviluppo non più agricolo ma naturale di parte della sua proprietà, puntando al turismo ambientale. Di fatto un pioniere in questa materia.

Era da poco nata la Lega Ambiente presieduta da Fulco Pratesi (guarda caso Fulco come il nome del Principe primo creatore del complesso La Selva) che ha fatto nascere, nel lontano 1926, insieme a Nazzareno Pecchi (conosciuto come “Mastroneno” era il Fabbro che stava a Porta Romana al quale tutti i contadini di Paliano si rivolgevano perché sapeva fare di tutto in quanto aiutava anche a partorire le mucche quindi un vero ”praticone” di cui tutti si fidavano, anche per la sua grande esperienza e bontà d’animo) tutto il complesso della Selva. Essendo stato un eroe della guerra del 1915/18 fu nominato principe e decise di acquistare da privati e dal demanio i terreni di tutto il comprensorio di circa mille ettari, per farne una grande azienda agricola, con mucche, pecore, coltivazioni varie e addirittura un allevamento di visoni poi diventato ristorante “il Laghetto” (che nel periodo di splendore era riuscito a fatturare fino a tre o quattro miliardi di lire l’anno tanto il lavoro che faceva) quando nacque la Selva Parco Uccelli.

Alla Selva nel tempo hanno lavorato fino a 90 persone più tutti coloro che vi avevano le loro abitazioni, i così detti vaccari e pastori, perlopiù di Piglio. Erano coloro che stavano vicino alle circa 400 mucche e alle oltre 1000 pecore, ed abitavano nei due casolari nel nucleo centrale della Selva ed appunto a Cascina Paola (quando nacque Paola venne “coniato” il nome “Cascina Paola” un omaggio alla figlia di Fulco Ruffo di Calabria diventata da grande Regina Paola del Belgio, perché aveva sposato il Principe di Liegi erede al trono di Re Balduino che venne a Paliano anche in questa nuova veste ma sempre in forma privata) dove erano state costruite delle vaccherie veramente modello per quei tempi, tutta gente che aveva anche lo stipendio.  

Tornando con la mente ai periodi di splendore in quei giorni le uscite dei caselli autostrada di Colleferro, Valmontone e Anagni durante erano intasate anche perché poca gente aveva il telepass. Il parcheggio all’interno della Selva era strapieno di pullman, una volta ne abbiamo contati una cinquantina più tutte le auto che arrivavano insomma ad ogni appuntamento della primavera arrivavano persone che venivano a passare la loro gita fuori porta qui da noi e per far giocare i loro bimbi sui verdi prati e nelle aree giochi attrezzate.

Come possiamo dimenticare gli struzzi, i nandù oppure i fenicotteri rosa(su questi c’è un’altra bella storia da raccontare e la maestra Maura Pacciani ne sa qualcosa- che poi vi racconteremo), gallinelle d’acqua e tutti gli altri tipi di uccelli d’acqua che erano davvero numerosi. Insomma, tutto era stato fatto con scienza e sapienza per donare alla città di Paliano grandi iniziative di cui in questi vi abbiamo sempre raccontato.

Perché la Storia della selva che io ho vissuto è stata magnifica, grazie a sua Eccellenza, come lo chiamava il buon Saturno che dalla Romagna era venuto a curare le vigne ed anche queste ultime stavano acquistando prestigio, perché un vino bianco prodotti qui era arrivato sulla tavola del Presidente Saragat.

Con questo articolo pubblicato sul web continuiamo il nostro processo di digitalizzazione dei ricordi della nostra amata Selva di Paliano.

Giancarlo Flavi

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