Valmontone, la “vittoria” della famiglia Gigante nei confronti di una Banca

Gigante Valmontone

Valmontone, la “vittoria” della famiglia Gigante nei confronti di una Banca. Chi lo avrebbe mai detto: un medio – piccolo contribuente vince una causa contro una banca. La Banca Centro Lazio (ex BCC di Palestrina) per l’esattezza. E’ quanto accaduto a un contribuente di Valmontone. E’ la storia del Signor Gigante. Il piccolo imprenditore valmontonese nel 2013 si è rivolto alla Aeci Roma Sud, Associazione dei Consumatori, alquanto preoccupato e con uno stato d’ansia facilmente immaginabile, per aver ricevuto decreto ingiuntivo da parte della BCC di Palestrina, ora Banca Centro Lazio, con il quale gli si ingiungeva di pagare la somma di € 14.606,43 oltre interessi e spese legali relativa a una apertura di credito in conto corrente, acceso nel lontano 1992.

L’inizio della “battaglia” verso la Banca dalla famiglia Gigante

Il team di Avvocati in difesa dei consumatori si è subito attivata per una valutazione delle somme effettivamente dovute sul conto corrente in questione. A seguito di perizia econometrica effettuata da consulente facente parte di Aeci Roma Sud, quest’ultimo calcolava un credito in favore del Sig. Gigante invece che un debito, per l’illegittima applicazione della capitalizzazione trimestrale dell’interesse composto, l’inammissibilità dell’applicazione della Commissione di Massimo Scoperto, il superamento della soglia di usura.

Il giudizio dura diversi anni e purtroppo il Sig. Gigante viene a mancare proseguendo l’azione giudiziale nei confronti della moglie e degli eredi. Si pronuncia così anche il Ctu nominato dal giudice per il calcolo delle somme effettivamente dovute e notizia di alcuni mesi fa. Con sentenza, il Tribunale di Tivoli ha condannato la BCC di Palestrina ora Banca Centro Lazio, a versare la somma di euro € 18.366,87, oltre interessi legali in favore degli eredi del Sig. Gigante con revoca del decreto ingiuntivo emesso.

La grande vittoria della famiglia Gigante

Non solo il contribuente non ha versato la somma del decreto ingiuntivo, ma ha anche ricevuto l’importo di euro 18.366,87. «Ci auguriamo che questa notizia sia giunta anche in Paradiso per far sì che anche da lassù il Sig. Gigante possa esserne felice». Dichiara l’Avvocato Natalia Gioia, presidente dell’Associazione dei consumatori. Il figlio Cristian Gigante, dopo la “vittoria” contro la Banca, ci ha rilasciato un’intervista.

Le parole di Cristian Gigante

«Ho vinto, abbiamo vinto, il contenzioso con la Banca. Però la più grande vittoria sarà informare le piccole imprese; gli Istituti Bancari dovranno approcciarsi in modo diverso nei confronti di esse, aiutandole nelle scelte migliori». Apre così la conversazione tenuta ai nostri microfoni Cristian Gigante. «E’ iniziato tutto quando, con un atto giudiziario, mi hanno ingiunto la restituzione di quello che secondo loro gli era dovuto. Il contenzioso è iniziato nel 2013 e terminato nel 2019 e francamente mi aspettavo che ci volesse meno tempo. Da subito ci siamo attivati con diversi tentativi per addivenire a un accordo, ma non c’è stato nulla da fare. Allora ci siamo rivolti all’Associazione Aeci e a Natalia Gioia che ci ha detto come fare e siamo passati alla difesa».

Il messaggio ad Aziende e Banche dal Sig. Gigante

Avrebbe mai pensato di raggiungere questo risultato? «Ce lo aspettavamo, dovevamo avere i rimborsi perché era schiacciante la nostra posizione nei loro confronti. Non ci sono venuti incontro e siamo arrivati a sentenza». Dopo questa esperienza, quale è il suo consiglio alle altre Aziende? «Di essere più preparati. Non bisogna solo saper comprare e vendere prodotti e servizi, ma poter contare su persone capaci: avvocati, commercialisti, consulenti e Banche affidabili, che non affossino l’Azienda». Il messaggio alle Banche? «Essere corretti e giocare a carte scoperte per far crescere le piccole e medie imprese che sono il cavallo di battaglia dell’Italia; essere alleati delle Aziende».

L’esperienza acquisita

Cosa Le ha insegnato questa esperienza? «Come dicevano i nostri padri e i nostri nonni, bisogna avere le spalle coperte per affrontare gli imprevisti. Bisognerebbe contare su un tesoretto. Il momento che stiamo vivendo è molto delicato e le imprese non sanno come fare. Si dovrebbe ripartire con le armi giuste, altrimenti si rischia di andare incontro a danni inevitabili. Il mio consiglio è che occorre essere attenti, guardare in proiezione al futuro. Ci vogliono figure nuove nel marketing, coach per le piccole e medie imprese che ne hanno molto bisogno. Ripeto la Banca dovrebbe essere un’alleata. Natalia e l’equipe dell’Associazione mi hanno aiutato tanto, talvolta calmato. Loro sanno cosa e quando farlo. Consiglio a tutti di rivolgersi ad Aeci perché hanno le risposte, anche nella scelta dei fornitori».

«Ci siamo battuti per la valutazione delle somme del contenzioso e in tutte le altre questioni e il CTU ha confermato la nostra perizia. L’Associazione si è attivata quando ha ricevuto il decreto ingiuntivo, ma la Banca è stata sorda a ogni tentativo di trattativa. Non so se la Banca fosse impreparata o c’è stata presunzione. La Banca dovrebbe essere preparata: trasparenza e correttezza, ecco le strade percorribili da parte loro nei confronti del piccolo imprenditore». Ha concluso così Cristian Gigante il suo commento per descrivere la “vittoria” ottenuta nei confronti della Banca.

Articolo a cura di MANUEL MANCINI e RITA CERASANI

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