Etf idrogeno: quale il futuro di questo mercato?

La transizione verso un’economia più rispettosa dell’ambiente è un tema in cui gli investitori continuano a credere anche nell’attuale fase di volatilità dei mercati. Nel 2021, la transizione energetica e la gestione delle risorse naturali sono diventati dei temi importantissimi e popolari in Europa. Al primo posto, però, continuiamo a trovare i fondi Etf, che sposano più megatrend.

La novità dei fondi Etf è che si servono di diversi tipi di strategie, accomunate dall’obiettivo di supportare il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, investendo in aziende che si prevede possano beneficiare della transizione verso fonti energetiche rinnovabili, come il solare, l’eolico o l’idrogeno. Attualmente l’idrogeno risulta essere una tecnologia eccessivamente costosa per potersi permettere la diffusione su larga scala. Viene però utilizzato per lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e si presta bene all’utilizzo su batterie elettriche che possono alimentare i grandi motori di navi, aerei e altri mezzi pesanti. Inoltre, considerato il suo forte potenziale, è protagonista dei suddetti fondi che permettono ai risparmiatori di incrementare l’esposizione all’economia dell’idrogeno pulito: nel processo di diversificazione del portafoglio d’investimento, potrebbe essere utile prendere in considerazione gli ETF sull’idrogeno.

L’idrogeno è impiegato nell’industria da diversi anni, soprattutto per la raffinazione del petrolio e per la produzione di ammoniaca e acciaio. La buona notizia è che la ricerca sta progredendo moltissimo e il prossimo obiettivo sarebbe proprio quello di utilizzare l’idrogeno come sostituto del petrolio, allo scopo di alimentare motori di tutte le dimensioni.

Ma sempre a proposito di Etf, Moneyfarm fa il punto della situazione. Visto il così ormai acceso interesse degli investitori, nel 2021 ne sono stati lanciati due: l’L&G Hydrogen Economy UCITS ETF, una capitalizzazione di 483 milioni di euro, e L’ETF VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS con una capitalizzazione di 81 milioni di euro, entrambi con sede in Irlanda. Malgrado ciò, però, e nonostante quello dell’idrogeno sia un mercato estremamente promettente, soprattutto se collegato ai vantaggi degli Etf, tra cui semplicità, efficienza, diversificazione e bassi costi (solo per citarne alcuni), è il sistema normativo a frenarne lo sviluppo. Servirebbero infatti standard internazionali comuni che riguardino sia l’impatto ambientale del mercato dell’idrogeno, sia la sicurezza che nello stoccaggio e nel trasporto dell’idrogeno. Perché se è vero che l’idrogeno sarà l’elemento del futuro e farà registrare un boom, è probabile che bisognerà aspettare ancora qualche anno prima che questo mercato sia maturo.

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