Omicidio Willy, striscioni in città chiedono giustizia. Alla famiglia la vicinanza del Premier Conte

La città di Colleferro tappezzata di striscioni con i quali si chiede “Giustizia per Willy”. Intanto sul luogo dell’omicidio, in piazza Oberdan, continua il via vai di gente che si ferma a pregare  o a depositare messaggi, scritte per il povero Willy e maglie della Roma.

Intanto, dopo che si è saputo che i fratelli Bianchi, Gabriele 24 anni e Marco 26 anni, e gli altri due Mario Pincarelli 22 anni  e Francesco Belleggia 21 anni stanno cercando di scagionare dalla pesante accusa di omicidio preterintenzionale affermando che sarebbero intervenuti per dirimere la lite scoppiata tra due loro amici per una donna, secondo un’altra testimonianza pubblica fatta in TV da parte di Vincenzo Romagnoli, padre di uno dei due ragazzi che accompagnava Willy nella drammatica sera e comunque sentito insieme agli altri due testimoni, i fratelli  “terribili” artenesi  avrebbero menato all’impazzata calci e pugni, alla “do coio coio”, per 20 secondi e poi sarebbero andati via con il loro Suv nella loro Artena.  

Con un preciso stratagemma investigativo il maresciallo Antonio Carella,   dopo aver chiamato i soccorsi è corso a stanare gli energumeni in un bar che lui sapeva essere frequentato dal loro gruppo e li ha invitati in caserma a Colleferro per sentirli a verbale, dove loro sono tornati in auto. Quindi l’arresto è scattato  in flagranza di reato e per loro l’accusa di omicidio preterintenzionale in carcere  Rebibbia a disposizione del magistrato per l’interrogatori di garanzia, avvenuto ieri mattina, dove i giovani hanno dichiarato che erano “intervenuti per dividere”

Questa mattina, si svolgerà l’esame autoptico da parte del Prof. Potenza,  che ha ricevuto l’incarico dal Dott. Paoletti che sin dall’inizio ha seguito il caso, alla presenza anche del Dott. Cirillo consulente per la difesa, nominato dall’Avvocato Domenico Marzi che assiste la famiglia di Willy.

Tutti e tre i comuni si costituiranno parte civile mentre Colleferro ha già espletato lunedì scorso il lutto cittadino, Paliano e Artena lo faranno il giorno dei funerali che saranno celebrati sul campo sportivo di Paliano dal vescovo di Tivoli-Palestrina, Mons Mauro Parmeggiani.

In tutto gli indagati sono 5, perché è stato coinvolto anche l’autista del Suv, che nella giornata di lunedì è stato rilasciato ai propri genitori che lo attendevano fuori la caserma, in quanto sarebbe del tutto estraneo alla rissa.

Alla umile famiglia di Willy (composta dal papà Armando, dalla mamma Lucia, e dalla loro figlia 17  enne Milena) nella giornata di ieri è arrivata anche una telefonata del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, per portare la solidarietà dello Stato italiano, loro sono italiani a tutti gli effetti per essendo nati sull’Isola di Capo Verde, tranne i giovani figli nati in Italia.  A portare la solidarietà alla famiglia, non solo AS Roma, ma anche il Frosinone Calcio, vista la sportività di Willy Monteiro Duarte.

Intanto a Paliano, si sta organizzando  la fiaccolata, per le ore 21, 00 di questa sera,  che partirà da piazza XVII Martiri per terminare nella collegiata di Sant’ Andrea per una preghiera in silenzio come è stata fatta l’altra sera, per omaggiare la famiglia silenziosa. A Paliano c’è addirittura chi lo vuole come nuovo Angelo custode dei giovani, non solo per l’ultimo gesto di andare a dissuadere un suo amico dalle botte, ma anche per la vita che ha fatto di studente modello. A Paliano l’insegnante Rosaria Proietti, che lo ha tenuto per quattro anni alle elementari ha ricordato la compostezza di questo ragazzo, la riservatezza e soprattutto il suo profumo che emanava per come la mamma lo teneva pulito. Poi all’istituto Alberghiero di Fiuggi, dove era andato a studiare da cuoco è stato ricordato dal Prof Giovanni Amati, sempre come ragazzo modello, perché pieno di voglia di apprendere ed anche in questo caso preso a modello di vita per il suo modo di vivere sempre con il sorriso sulle labra e disponibile con tutti. Un ragazzo con la voglia di vivere e di prendere la vita con un grande sorriso, che non vedremo più perché quattro “balordi” lo hanno ucciso con calci e pugni violenti.

Giancarlo Flavi

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